Otto milioni e 700mila consumatori a rischio, 65mila persone alcoldipendenti prese in carico dai servizi alcologici.
Il consumo di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica, in quanto responsabile in Europa di circa il 4% di tutte le morti. Circa il 5% degli anni di vita persi per disabilità. Secondo i dati ISTAT, anche per 2018, si conferma che la tendenza degli ultimi anni, mostra un aumento del consumo di alcol occasionale e del consumo fuori pasto mentre si osserva una diminuzione del consumo giornaliero. Un grande rischio per la salute.
I consumatori più a rischio
La prevalenza dei consumatori a rischio, mostra che nel 2018 il 23,4% degli uomini e l’8,9% delle donne di età superiore a 11 anni non si sono attenuti alle indicazioni di salute pubblica sul consumo di bevande alcoliche.
La fascia di popolazione più a rischio per entrambi i generi è quelle dei 16-17enni, seguita dagli anziani ultra 65enni. Verosimilmente a causa di una carente conoscenza o consapevolezza dei rischi che l’alcol causa alla salute, circa 800.000 minorenni e 2.700.000 ultra sessantacinquenni sono individui da considerare a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate. Esattamente quei target di popolazione sensibile per i quali gli OMS e Commissione Europea raccomandano azioni di intervento, per sensibilizzare le persone sulla non conformità dei loro consumi alle raccomandazioni di sanità pubblica.
La prevalenza di consumatori a rischio di sesso maschile è superiore a quelle delle donne per tutte le classi di età a eccezione dei ragazzi.
Binge drinking: abusare dell’alcool
Tra i comportamenti a rischio nel consumo di bevande alcoliche tra i giovani il binge drinking rappresenta ancora l’abitudine più diffusa e consolidata. Secondo lo studio sui modelli di consumo tra i giovani, nel 2018 il fenomeno del binge drinking ha riguardato il 17,2% dei giovani tra i 18 ed i 24 anni di età.
Si osserva una diminuzione del consumo esclusivo di vino e birra mentre aumenta l’abitudine a consumare altri alcolici insieme al vino e birra, specialmente tra le donne di 45 anni e più. Il consumo di alcol è più forte nel Centro-Nord, soprattutto nel Nord-est, e tra i maschi. La quota di consumatori di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio conseguito, ciò avviene soprattutto per le donne. Andamento inverso ha, invece, il consumo quotidiano, che risulta crescente al diminuire del titolo di studio, soprattutto per gli uomini.
Accessi in Pronto Soccorso e ricoveri ospedalieri
Nel corso del 2018 si sono verificati complessivamente 40.083 accessi in Pronto Soccorso, caratterizzati da una diagnosi principale o secondaria attribuibile all’alcol. Di questi il 70% si riferisce ad accessi di maschi e il restante 30% ad accessi di femmine.
Dai dati ricavati dalle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) nel 2018 si rilevano complessivamente 55.032 dimissioni ospedaliere. Sono caratterizzate dall’avere indicata almeno una patologia attribuibile all’alcol.
I dati relativi ai decessi totalmente alcol-attribuibili attualmente disponibili si riferiscono ai decessi avvenuti in Italia nel 2016. Nell’anno 2016 il numero di decessi è stato pari a 1.290, di cui 1.032 (80,0%) uomini e 258 donne (20,0%)Le due patologie che causano il numero maggiore di decessi, sia tra gli uomini che tra le donne, sono le epatopatie alcoliche e sindromi psicotiche indotte da alcol.