TRA le tante incertezze di questa pandemia, su una cosa siamo tutti d’accordo: le mascherine sono un’arma utilissima per mitigare la diffusione del coronavirus.
A patto che siano utilizzate correttamente, per esempio lavandosi bene le mani prima di indossarle e dopo averle tolte. Ma ancora oggi la loro reale efficacia. Ossia quanto siano in grado di ridurre la quantità di particelle virali che raggiungono le vie respiratorie di chi le indossa, non è ancora molto chiara.
A provare oggi a far luce sulla questione sono stati i ricercatori della University of Massachusetts Lowell. In collaborazione con la California Baptist University, che hanno dimostrato che le mascherine chirurgiche sono un arma importante. Ma che se usate troppo possono essere addirittura più dannose rispetto a non indossarle affatto. Il loro studio è stato appena pubblicato sulla rivista Physics of Fluids.
I flussi d’aria tra viso e mascherina
Nello studio, i ricercatori hanno esaminato gli effetti di una mascherina chirurgica a tre strati sui flussi d’aria quando si inspira e sulla deposizione delle particelle ambientali nelle vie respiratorie. Per farlo, hanno messo a punto un modello computerizzato che simulava il viso di una persona con una mascherina e utilizzato specifici metodi e calcoli matematici per tracciare il movimento delle particelle attraverso la mascherina.
Dal loro modello è emerso che una mascherina cambia significativamente il flusso d’aria intorno al viso. Invece di entrare nella bocca e nel naso attraverso specifici percorsi, l’aria entra nella bocca e nel naso attraverso l’intera superficie della mascherina a velocità inferiori. Favorendo perciò l’inalazione degli aerosol nel naso. Quindi anche se le mascherine filtrano un certo numero di particelle, più ne sfuggono alla filtrazione più possono arrivare nelle vie aeree. E in determinate circostanze, a basse percentuali di capacità filtrante, il numero di particelle virali che raggiungono naso e bocca risulta maggiore di quanto capiterebbe a volto scoperto.
Meglio niente, che quelle già usate
L‘efficienza di filtrazione della mascherina a tre strati può variare dal 65%, se nuova, al 25%, se usata. Indossare correttamente una mascherina nuova, quindi, fornirà sicuramente una buona protezione, ma indossarne una con filtrazione al 25% può essere addirittura peggio che non indossarne affatto. “È normale pensare che indossare una mascherina, non importa se nuova o vecchia, dovrebbe essere sempre meglio di niente”, commenta l’autore dello studio, Jinxiang Xi. “I nostri risultati mostrano che questa convinzione è valida solo per particelle più grandi di 5 micrometri, ma non per particelle fini, più piccole di 2,5 micrometri”.
Anche la forma è importante
Inoltre, dal loro modello i ricercatori hanno scoperto che anche le pieghe laterali di una mascherina chirurgica influenzano in modo significativo il flusso d’aria. Dato che suggerisce che anche la forma dovrebbe essere considerata come un fattore importante nel valutarne il potere protettivo. Il loro prossimo passo, infatti, sarà proprio quello di studiare gli effetti delle diverse forme di mascherine sulla capacità di filtrazione e progettarne di nuove, con forme sempre più efficienti. “Ci auguriamo che le autorità sanitarie rafforzino ulteriormente le attuali misure preventive per frenare la diffusione della Covid-19”, conclude l’autore. “Bisogna scegliere le mascherine più efficaci, indossarle correttamente per avere la massima protezione ed evitare di utilizzare quelle già troppo usate”.