Le malattie neurologiche che possono sorgere nei soggetti affetti da Covid19 non sono da sottovalutare. Lo studio multicentrico NeuroCOVID sta raccogliendo informazioni sui pazienti che sono stati affetti da Covid per valutare possibili implicazioni a lungo termine sul sistema nervoso e sulle malattie neurologiche.
Il Covid, può anche colpire il cervello e con due implicazioni nelle malattie neurologiche, manifestazioni neurologiche direttamente indotte dall’infezione e grosse ripercussioni sulla gestione delle malattie neurologiche legate all’emergenza.
Come dimostra uno studio recentemente pubblicato che ha evidenziato gli effetti comportamentali e psicologici della quarantena nei pazienti con demenza: peggioramento di sintomi comportamentali e psicologici della demenza come apatia (34,5%), depressione (25%), ansia (29%), disturbi del sonno (24%), irritabilità (40,2%), agitazione (30,7%) e un nuovo inizio di sintomi comportamentali e psicologici della demenza quali disturbi del sonno (21,3%), irritabilità (20,6%), apatia ( 17%) e aggressività
(13%).
“Organopatia da Covid-19. Diagnosi, terapia e follow up” webinar sulle malattie neurologiche.
Sono molteplici le malattie neurologiche che possono insorgere. Sintomi a livello del sistema nervoso centrale come cefalea, vertigini, disturbi dello stato di coscienza, manifestazioni epilettiche, disturbi motori e sensitivi. Sintomi come la perdita o distorsione del senso dell’olfatto, del gusto, nonché sintomi da danno muscolare scheletrico.
Ma, come è stato segnalato per altri organi, si possono manifestare malattie neurologiche post Covid.
In circa il 30% dei soggetti trattati presso gli ambulatori post Covid, oltre ad astenia, che è il sintomo più
comune, si è osservata difficoltà di concentrazione o veri e propri disturbi di memoria. Ora i neurologi stanno cercando di documentare quali sono le aree cerebrali che posso maggiormente essere colpite, con valutazioni neuropsicologiche o con la risonanza. Si
possono inoltre manifestare patologie neurologiche legate ad alterazioni delle pareti vasali, alterazioni della coagulazione, liberazione delle citochine pro-infiammatorie, infiammazione della parete dei vasi e la produzione di autoanticorpi.
La Società Italiana di Neurologia (SIN) ha promosso lo studio multicentrico NeuroCOVID sulle manifestazioni neurologiche durante l’infezione.
Con l’obiettivo di raccogliere informazioni sui pazienti che sono o sono stati affetti da Covid relative alla specifica sintomatologia clinica neurologica manifestata. Lo studio è partito a marzo con l’esplosione della pandemia e il reclutamento si protrarrà fino al giugno 2021 con un follow-up che dovrebbe protrarsi fino alla fine dell’anno prossimo. Allo studio hanno già aderito 48 unità di neurologia nel territorio italiano e altre stanno chiedendo l’adesione.
“Si osserva un legame della proteina Spike del virus ai recettori ACE2 e Neuropilina1, presenti sia in cellule epiteliali, che vascolari, che nervose – ha spiegato il Professor Carlo Ferrarese.
Le patologie che vengono osservate, come ad esempio le encefaliti, hanno spesso una base autoimmune. “In alcuni casi – ha proseguito il Ferrarese – sono legate al danno del virus, ma in molti casi si sono risolte con massicce dosi di steroidi seguite da plasmaferesi oppure da somministrazione
di immunoglobuline. Come accade nella malattia di Guillan-Barrè, i cui casi si manifestano a volte già all’esordio della sintomatologia Covid, a volte a distanza di tempo. Quindi è come se la risposta immunitaria favorisse proprio queste patologie sia a livello del sistema nervoso centrale che periferico”.
Altro elemento da non sottovalutare in questi pazienti è la risposta del sistema vegetativo all’esercizio.
Essa è spesso alterata e che probabilmente è implicata nella sindrome da fatica cronica che stiamo osservando in questi pazienti. Questi due elementi andrebbero visti in modo molto approfonditi nel lungo periodo”.
Infine, la pandemia ha avuto una enorme ripercussione sulla gestione delle malattie neurologiche.
“La chiusura degli ambulatori, soprattutto nella prima fase, la difficoltà stessa di pazienti che hanno avuto ansia a recarsi al pronto soccorso per le loro patologie e quindi non sono stati seguiti. Lo stesso lockdown che ha costretto a casa pazienti con la demenza hanno fatto registrare un netto
peggioramento del quadro dei disturbi comportamentali. Addirittura la comparsa di nuovi disturbi comportamentali in soggetti affetti da demenza, come testimonia uno studio recentemente pubblicato – ha concluso il Professor Ferrarese -.
Stiamo cercando di attrezzarci con la telemedicina,
con collegamenti via internet e telefonici, seppur non è la stessa cosa che seguire direttamente questi pazienti. Le patologie neurologiche hanno avuto un grosso impatto da questa pandemia, stiamo cercando di monitorarle e vedremo anche a distanza di tempo quale sarà lo scenario”.
https://www.unicaradio.it/2020/12/il-cervello-di-persone-sole-e-diverso-dagli-altri/