La stimolazione elettrica del midollo spinale per trattare il dolore cronico si rivela più efficiente. Se viene integrata con un sistema di realtà virtuale di tipo immersivo.
Si tratta di un nuovo studio pubblicato sulla rivista PAIN. Secondo i ricercatori, infatti, la realtà virtuale permetterebbe al paziente di sentire maggiormente l’effetto della stimolazione elettrica tramite un’immagine virtuale del proprio corpo. E ciò tenderebbe ad aumentare la stessa efficacia della stimolazione.
“A nostra conoscenza, questo studio mostra, per la prima volta, che è possibile integrare la VR immersiva e multisensoriale con la neuromodulazione spinale. E ridurre il dolore cronico.”, spiegano i ricercatori.
Il metodo SCS-VR
Il metodo SCS-VR è stato testato da Olaf Blanke, ricercatore dell’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne (EPFL), insieme ai colleghi su 15 pazienti con dolore cronico alle gambe. I midolli spinali dei pazienti stimolati elettricamente tramite brevi e lievi impulsi elettrici, subiscono un effetto antidolorifico. Gli impulsi elettrici sono infatti utili per interrompere i segnali del dolore ancor prima che raggiungano il cervello. Già da solo è un trattamento abbastanza efficace. Ma è caratterizzato comunque dalla presenza di alcuni limiti. Infatti, funziona solo su circa la metà dei pazienti.
Studi già fatti in passato presentarono le proprietà antidolorifiche
Già precedentemente alcuni studi dimostrarono che la realtà virtuale di tipo immersivo, ha delle proprietà antidolorifiche. Questo è il primo studio che mostra che integrando la SCS con la realtà virtuale si può consentire ai pazienti di “vedere” e “sentire” lo stesso effetto della stimolazione elettrica su un’immagine virtuale del proprio corpo. O di una zona di esso, in questo caso delle gambe.
Quando la coscia viene stimolata elettricamente, la stessa area dell’avatar del paziente si illumina. E ciò porta a valori di dolore inferiore per tutti i pazienti tranne uno.
Un potente effetto sul cervello
E l’effetto antidolorifico dura per altri 10 minuti dopo la fine della stimolazione elettrica reale. I pazienti hanno infatti l’impressione, per diversi minuti, di guardare le loro gambe reali illuminate anche se non più stimolate.
Ancora non è chiaro perché la realtà virtuale abbia questo potente effetto sul cervello. Ma questi risultati mostrano che si rivela utile con l’integrazione di una vera stimolazione elettrica.