Vagamente somiglianti a sottilissimi cirri, le nubi chiamate nottilucenti possono apparire nel cielo notturno in determinati periodi dell’anno e preferibilmente ad alcune latitudini
Il cielo, per chi sa osservarlo ed apprezzarlo, è un fermento infinito, una sorta di silenzioso divenire che ci rende piccoli piccoli dinnanzi alle immensità del Creato. Uno di questi misteri è racchiuso nelle sottilissime luminescenze che possono comparire nelle prime ore della notte tra le prime stelle: le nubi nottilucenti. Fenomeno piuttosto raro alle nostre latitudini, risulta più frequente nei Paesi nordici, anche se recenti osservazioni hanno individuato il fenomeno anche sugli stati americani del Colorado, dell’Utah e della Virginia fino ai 40° di latitudine.
Ma cosa sono esattamente le nubi nottilucenti? Si tratta essenzialmente di filamenti somiglianti ai cirri ma ulteriormente più sottili che si rendono visibili in cielo dopo il tramonto e nella prima parte della notte. Il momento migliore per osservarle è quello che segue di circa un’ora il tramonto del sole. La posizione migliore è l’orizzonte occidentale.
Da cosa sono formate queste nuvole? Diverse e controverse sono le teorie portate avanti fin dal 1885, anno della loro prima osservazione. Il fenomeno inizialmente era stato attribuito alle polveri vulcaniche emesse dalla ciclopica eruzione del Krakatoa, avvenuta due anni prima. In seguito si scoprì che le medesime nuvole sono costituite da microscopiche lamelle di ghiaccio, simili al fumo di sigaretta e implicano quindi anche la presenza di vapore acqueo. In sostanza si tratterebbe di vapore acqueo in tracce frammisto a pulviscolo vagante e probabilmente proveniente anche dallo spazio.
la quota cui si formano questi spettacolari filamenti color blu elettrico è fissata intorno agli 80-85 km di quota. Siamo dunque in piena mesosfera dove la temperatura si aggira intorno ai -125°C. Pensate che a queste quote l’umidità è quasi nulla; le tracce di aria infatti risultano circa un centinaio di milioni di volte più secche delle masse d’aria che giacciono sul deserto del Sahara. Ma come mai queste striature del cielo si possono vedere bene nella prima parte della notte?
Le condizioni ottimali di visuale derivano dall’angolo di incidenza del sole, il quale deve essere compresa tra 6°e 16° al di sotto dell’orizzonte. I mesi migliori sono quelli compresi tra metà maggio e la fine di agosto.