Una petizione con oltre 330 firme per chiedere un trasporto pubblico adeguato per rientrare in sicurezza nelle scuole sarde il 7 gennaio
Ma c’è anche un sindacato, l’Unsic, che chiede al Governo di annullare il ritorno in aula proseguendo con la Dad, un metodo in questo momento ritenuto più sicuro. Petizione online
“Riaprire – spiega la sigla rivolgendosi anche al presidente della Regione Sardegna Christian Solinas – equivale alla certezza di ricominciare con tamponi, contagi, quarantene, sanificazioni, discontinuità didattica. Ricreazione chiusi in classe e un clima generalizzato di ansia e preoccupazione.
Tutto ciò accentuato dalle prime influenze stagionali. E inoltre dalla consapevolezza che basterebbe qualche altra settimana per riaprire in una condizione resa migliore dalla crescita delle vaccinazioni”.
Trasporti
Per quanto riguarda i trasporti, l’invito dei 330 firmatari è indirizzato al governatore Solinas. Ma anche all’assessore alla Pubblica istruzione Andrea Biancareddu e all’assessore ai Trasporti Giorgio Todde. “Il 7 gennaio è previsto il rientro a scuola per migliaia di studenti sardi delle scuole superiori. Ad oggi però – denunciano i promotori della sottoscrizione – non è chiaro come e in che modo debba avvenire questo rientro. E neanche in che modo sono stati potenziati i trasporti pubblici utilizzati anche da tanti lavoratori pendolari”. La paura è che proprio dalla mancanza del rispetto delle norme anti-Covid possa diffondersi una nuova ondata epidemica.”Nessuno – avvertono – vuole il ripetersi dei viaggi con gli studenti ammassati nei mezzi di trasporto come è successo nei primi mesi di scuola, perché questo comporterebbe un grave rischio per la salute di tutti e in particolare dei nostri cari nonni, dei nostri genitori e degli anziani, che costituiscono il pilastro della nostra società sarda”.
Appello
Appello accorato: “Il futuro parte dalla scuola e non dimentichiamo che oggi ad essere penalizzati sono studentesse e studenti costretti a partire da casa la mattina prestissimo e a rientrare solo a tarda sera, perché impegnati nelle ore destinate alle attività laboratoriali o nell’alternanza scuola-lavoro. Questo ha delle gravissime ripercussioni sul rendimento scolastico in una Regione come la Sardegna in cui il tasso di dispersione scolastica in alcune aree sfiora il 50%”.