C’è Ramon che vive in Messico. E i prossimi mesi dovrà recarsi a Cagliari per un corso dell’Università. E voleva avvicinarsi alla lingua sarda. E poi Maria, studentessa spagnola. Lei sta facendo un dottorato di ricerca a Saragozza. Per fare un confronto tra il patrimonio intangibile aragonese e quello sardo.
E ancora Myriam, sassarese trapiantata da trent’anni a Torino. Lei non sopportava l’idea di non saper parlare la lingua madre dei suoi genitori nulvesi.
E infine Daniela, originaria di Tortolì che vive a Venezia. E che ha voluto scrivere la partecipazione del suo matrimonio metà in sardo e metà in veneto.
Sono alcuni degli studenti del corso di lingua sarda. Organizzato dallo sportello linguistico del comune di Ossi e inserito all’interno del programma istituzionale del “Bellieni” di Sassari.
La pandemia non solo non ha fermato l’attività dell’istituto che ha sede in città in via Maddalena, ma le regole del covid – che hanno trasferito l’attività dalle aule alle piattaforme online – paradossalmente hanno allargato i confini e permesso a studenti e appassionati di tutto il mondo di avvicinarsi alla lingua sarda. Il corso di venti ore era gratuito e ha consentito ai partecipanti di approfondire la comprensione delle norme ortografiche della “Limba sarda comuna” con esercizi di lettura e scrittura, ma anche la storia dell’isola.
Tra i partecipanti c’erano naturalmente anche sardi, residenti nell’isola. Come Emanuele Sara di Ossi, un giovane cantautore, che ha scritto una canzone in limba dedicata alla Sardegna, “Bella mama”, e durante le lezioni con l’aiuto della maestra Daniela Masia di Terralba, della tutor sassarese Anna Laura Pirisi e del resto dei compagni, collegati da tutto il pianeta, ha potuto rivedere e correggere il testo.
<<Sono di Sassari, ma vivo da tanto a Torino – racconta Myriam – ho sempre pensato che non fosse possibile che in due generazioni si fosse persa tutta questa cultura.>>