Anche la Rete delle Associazioni – Comunità per lo Sviluppo, si è unita al coro della protesta. Contro l’ipotesi di stoccaggio delle scorie nucleari in Sardegna. Sodalizio associativo che oggi ha rivolto un appello alle istituzioni regionali. Affinché la risposta politica sia forte e unitaria per escludere definitivamente che la Sardegna possa diventare sede del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi.
“Il Consiglio Regionale esprima una ferma e decisa posizione di contrarietà e di indisponibilità dell’intera isola, in rappresentanza degli 850.000 sardi che a Maggio 2011 hanno detto NO alla installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti di stoccaggio di scorie radioattive.
Tutte le altre argomentazioni importantissime (condizione di insularità, peso delle servitù militari, questioni ambientali, paesaggistiche, turistiche, spopolamento, ecc.) servono a rafforzare una scelta democratica che i cittadini sardi hanno già compiuto in modo nettissimo, esprimendo con oltre il 97% la contrarietà a qualunque ipotesi di nucleare nella nostra Isola.
La Sardegna intera – conclude la nota della rete – dica No al nucleare
E pretenda rispetto della volontà democratica dei
cittadini sardi”.
Il presidente della Regione Christian Solinas. «Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente in Italia per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l’ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l’Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un referendum ed una legge regionale».
Così il governatore Christian Solinas che annuncia:
«Metteremo in campo ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare per contrastare questa decisione e preservare la nostra Terra da questo ennesimo oltraggio».
<<La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italiano – prosegue il presidente della Regione – È davvero paradossale, se non proprio offensivo, che il Governo, noncurante di tutti i pronunciamenti istituzionali, popolari e democratici contrari, possa pensare di indicare in Sardegna ben 14 siti di stoccaggio idonei.>>