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Comitato scientifico a supporto del No in Sardegna

Comitato scientifico a supporto del No Sardegna contro il nucleare. Annuncio di Solinas; atteso anche odg unitario del Consiglio.

Un Comitato che coinvolga le università, le associazioni e le parti sociali per la redazione di un documento. Il quale illustri in modo chiaro gli elementi scientifici idonei a supportare l’esclusione netta della Sardegna come sede del deposito unico nazionale di scorie nucleari. L’istituzione, ha annunciato questa mattina in Consiglio regionale il governatore Christian Solinas, “sarà deliberata oggi dalla Giunta”.
La questione dello stoccaggio di rifiuti radioattivi è infatti il primo punto all’ordine del giorno della seduta dell’Aula, che si concluderà con l’approvazione di un ordine del giorno unitario.

Le parole del presidente

“Se questo non dovesse essere sufficiente siamo pronti a coordinare la mobilitazione democratica di enti locali. Non solo; una mobilitazione persino del popolo sardo, delle istituzioni culturali e scientifiche e dei corpi intermedi per manifestare la nostra contrarietà netta, senza se e senza ma”. Solinas ha ribadito che “l’Isola ha già pagato il suo tributo allo Stato con il 60% delle servitù militari concentrate sul territorio. Anche con quelle industriali senza che ci sia stata alcuna bonifica, con il contributo durante la Grande guerra, con un disboscamento dei 4/5 del nostro patrimonio arboreo per la costruzione delle ferrovie nazionali”.
Concessioni, queste ultime, “che hanno determinato la situazione attuale di rischio idrogeologico, fino a modificare il sistema economico produttivo”.
Rispetto a tutto questo, semmai, “lo Stato dovrebbe prevedere interventi economici e piani di rinascita per riallineare la Sardegna agli standard del resto del Paese e dell’Europa”.
Il presidente ha poi ricordato che è del 2011 il referendum che ha visto il 97% del popolo sardo dire No al nucleare. inoltre esiste una legge regionale che dichiara l’Isola territorio denuclearizzato impedendo persino il transito delle scorie.
Infine, sui siti individuati: “14 aree ubicate in aree di alto pregio paesaggistico, ad alta vocazione agricola e sprovvista di reticolo viario. Il tutto significherebbe per anni avere decine di semirimorchi quotidianamente in transito”.

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