Secondo i dati raccolti da Applavoro.it, la piattaforma che punta alla meritocrazia e mette in contatto domanda e offerta di lavoro, nel 2020 sono state più le donne a candidarsi (54,6%) rispetto agli uomini (45,4%).
«Questo dato – spiega Marco Contemi, imprenditore e fondatore di Applavoro.it – è probabilmente frutto della maggior disoccupazione femminile in Italia, rispetto a quella maschile. Un divario aumentato anche a causa della pandemia. Solo il 31,3% delle donne ha un lavoro a tempo indeterminato, contro la media europea del 41,5%. Lo stipendio medio femminile resta uno dei più bassi d’Europa ed è di un quinto inferiore rispetto a quello degli uomini».
Mentre l’età di chi cerca lavoro si è alzata
Sono soprattutto le persone dopo i 35 anni (23,98%) e fino a 54 (28,9%) a mettersi in gioco. I giovani tra i 18 e i 24 anni sono appena il 17,36%. «Questo dato – continua il fondatore di Applavoro.it – a mio avviso è il più preoccupante, se si considera che la fascia più giovane è stata una delle meno attive nella ricerca di lavoro nel 2020, ma al contempo è anche la fascia di età con più disoccupati in assoluto (35,5%). Sicuramente questo è dovuto sia al sostentamento delle famiglie, che in Italia tendono a tenere i propri figli in casa anche in età adulta, non spronandoli così a rendersi indipendenti, sia per le varie problematiche dell’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, ma anche alla perdita di speranze nella possibilità di trovare un impiego, magari in linea con i propri studi e ambizioni».
I candidati, inoltre, sono in maggioranza diplomati (53,41%) e laureati (17,33%). Cercano lavoro soprattutto nelle grandi città: Roma (5,94%), Milano (3,05%) e Torino (2,31%). Il 35,03% ha già un impiego. «Anche questo dato è interessante – sottolinea Contemi -. Probabilmente si tratta di persone che vedono incertezza dove attualmente lavorano o che svolgono una mansione che non li appaga professionalmente o economicamente. In questo sicuramente la crisi economica causata dal Covid-19 ha giocato un ruolo importante, ponendo in uno stato di forte crisi e di incertezza moltissime attività».
Amministrazione-Segreteria (16,46%), Artigiani-Produzione-Operai (16,32%) e Ristorazione (13,23%) sono le prime tre macroaree per le quali si è ambito a trovare un impiego nel 2020. Sul podio delle professioni specifiche più ricercate, salgono invece: Impiegato (12,52%), Commesso / addetto alle vendite (8,71%), Operaio generico (5,67%).
Il nostro consiglio è di non fermarsi nella ricerca del lavoro
Conclude il fondatore di Applavoro.it. Anzi, bisogna sfruttare questo particolare momento per migliorarsi, seguire corsi di formazione e di aggiornamento, realizzare una video presentazione professionale da inviare alle aziende, per focalizzarsi sul profondo mutamento del mercato del lavoro e, quindi, su quali saranno le competenze e i profili sempre più richiesti in futuro così da farsi trovare pronti per la ripartenza. Visto anche che tre profili su dieci sono difficili da reperire per le aziende».
https://www.unicaradio.it/2020/12/disoccupazione-in-aumento-473-000-occupati-sullanno/