Cgil-Cisl-Uil: chiesto incontro a Regione e Ats, ora disorganizzazione.
Cgil-Cisl-Uil della funzione pubblica e del comparto della sanità hanno inviato alla Regione e all’Ats una richiesta di incontro urgente. Sul piano vaccinale anti Sars-Cov-2 della Sardegna, esprimendo, infatti “grande preoccupazione per la situazione contingente.”
I Sindacati, che parlano di “disorganizzazione” e di “rischio elevato per gli operatori e per i cittadini”, sollecitano “celerità” nella campagna vaccinale. “Se vogliamo che oltre a salvare vite ci sia una ripartenza delle attività produttive, e non continui a precipitare la Sardegna nella povertà e i Sardi nella disperazione.”
“Come le evidenze scientifiche indicano, la fase della vaccinazione richiede tempi certi ed organizzazione efficiente. Affinché l’immunità di gregge possa proteggere la popolazione, eventuali ritardi o finestre temporali di mancata copertura, potrebbero determinare infatti, una parziale efficacia nel contrastare la circolazione del virus. Quindi, con le conseguenza che, quando sulle fasce di popolazione vaccinate l’immunità fornita dal vaccino cesserà di essere efficace, si debba rincominciare, con gravi e ingiustificabili perdite in termini di salute ed economiche.”, osservano i segretari Fp e dei medici.
Infatti, chiedono alla Regione “di mettere in campo tutte le energie disponibili. Per vaccinare al più presto tutti gli operatori sanitari, socio sanitari, le categorie più a rischio, e infine tutta la popolazione. È evidente che con le forze messe in campo arrivare a 1800 vaccinazioni al giorno non rappresenti un obbiettivo congruo. Vista anche l’impossibilità di reperire medici, infermieri e assistenti sanitari. Per assunzioni a tempo determinato.” Ipotizzando anche un finanziamento “per accedere agli istituti contrattuali dei progetti obbiettivo e delle prestazioni aggiuntive.”