Il tempo trascorso a consumare contenuti mediatici è aumentato durante il lockdown, ma le differenze tra le varie generazioni sono parecchie
Quelle ore che solitamente passate a fare sport o aperitivi, facendo shopping, andando al cinema o tutte le altre attività che un tempo riempivano le nostre giornate? La risposta a questa domanda si potrebbe sintetizzare in quattro parole: davanti a uno schermo.
Che sia quello della televisione, del computer o dello smartphone, per vedere film, giocare ai videogiochi o informarsi. Poco importa: il filo rosso che ha legato l’umanità occidentale in questi difficilissimi mesi è stato la possibilità di sfruttare internet per riempire il vuoto creato dal coronavirus. Se la scomparsa del lievito dagli scaffali dei supermercati ci ha dato un’indicazione di quante persone si siano improvvisate panificatori e pasticcieri, tra quelle offline la situazione è molto più variegata.
Per stilare l’ultimo rapporto di Global Web Index è stato intervistato un campione di 4mila utenti internet tra Stati Uniti e Regno Unito. Con l’obiettivo di capire come avessero trascorso digitalmente il loro tempo le persone in quarantena per il coronavirus, scovando anche le tante differenze generazionali. Prima di proseguire, può essere utile ricapitolare chi faccia parte di quale generazione: la Generazione Z è rappresentata dai giovanissimi, dai 16 ai 23 anni. I Millennial vanno invece dai 24 ai 37 anni. La Generazione X va dai 38 ai 56 anni. I Boomer vanno dai 57 ai 64 (in verità si estende oltre, ma per questo studio non sono stati interpellati gli over 64).
Generazione Z e Millennial: tra Netflix e TikTok
E quindi, quali sono le attività mediatiche cresciute di più a seconda della generazione? Per i giovanissimi della Generazione Z c’è un’attività che spicca più di ogni altra: guardare i video online su YouTube e TikTok. Ben il 51% afferma di averne aumentato il consumo, mentre il 38% ha utilizzato di più i servizi di streaming come Netflix. Il 31% ha invece aumentato il tempo passato davanti ai videogame e il 28% ha ascoltato più musica. Più modesta è stata i nvecela crescita delle attività considerate serie: il 21% ha aumentato il tempo trascorso sui quotidiani online, il 18% ha letto più libri e c’è anche un 9% che, sorprendentemente, ha aumentato il consumo dei quotidiani e settimanali cartacei.