Wikipedia: creatività, cooperazione e condivisione. L’enciclopedia libera e gratuita nata il 15 gennaio del 2001 è l’incarnazione meglio riuscita delle ambizioni dei creatori di Internet e del World Wide Web.
Sono tre le date importanti della storia di Internet: la nascita di Arpanet, la nonna di Internet, il 28 Ottobre 1969; il primo sito web, quello del Cern di Ginevra nel 1991; la nascita di Wikipedia il 15 gennaio 2001. Compie vent’anni la prima enciclopedia online globale, libera e gratuita. Voluta da un giovane agente di borsa, che la finanziò pare con 500 mila dollari, Jimmy Wales. Wikipedia è la vera incarnazione di Internet. Basata sul principio della collaborazione e della condivisione care alla cultura hacker delle origini, è la realizzazione di un sogno antico: la biblioteca universale.
Ma questa è storia. L’attualità è che grazie alla sua intuizione, favorita da esperimenti precedenti come Nupedia e Gnupedia, Jim “Jimbo” Wales, farà di Wikipedia uno dei siti più visitati al mondo. E Wikipedia è ancora oggi il sogno della conoscenza libera e gratuita a portata di clic realizzata dai suoi utenti, l’utopia realizzata del Web 2.0, il web dinamico, dove il fruitore di un contenuto digitale può anche modificarlo diventando un prosumer (“producer plus consumer”), produttore e consumatore degli UGC (User Generated Contents), i contenuti generati dagli utenti. Per questo è ancora oggi considerato il più grande esperimento di scrittura collettiva al mondo, un grande progetto di collaborazione declinato in 300 lingue con più di 55 milioni di voci.
Il sapere è di tutti
Il nome stesso dalle origini rimanda però all’idea di una conoscenza immediatamente fruibile: Il nome Wikipedia è il risultato della crasi tra la parola “Wiki” che in hawaiano vuol dire “veloce” e “Pedia”, dal greco “paideia”, cioè formazione. Wikipedia vuol dire “formazione veloce”. L’enciclopedia come base della conoscenza universale nella cultura illuministica di Diderot e D’Alambert, “fondatori” anch’essi, ma della cultura europea.
L’enciclopedia per tutti
Wikipedia viene scritta con un software che ha lo stesso nome, il “software Wiki”, che ha rivoluzionato il web publishing e consentito a chiunque di diventare editore di se stesso rivolgendosi a una platea virtualmente illimitata. Grazie a questo software gli utilizzatori di Wikipedia costruiscono ogni giorno un pezzo di web, cioè pagine modificabili all’infinito e liberamente consultabili da quasi chiunque. E diciamo quasi, perché il progetto è costantemente ostacolato da poteri commerciali e governi autoritari. Ma non è una lavagna bianca.
Ognuno può proporre nuove voci di questa enciclopedia, o migliorarla, ma i suoi molti volontari sono sempre all’erta per evitare vandalismi – come spesso accade alle pagine dei personaggi storici o della politica – e per nascondere voci celebrative di starlette e aziende che di enciclopedico non hanno niente, adottando il primo comandamento di Wikipedia, il “nPoV”, un “punto di vista neutrale” nello scrivere le voci. Fino a cassare lemmi e modifiche che i patroller ritengono inappropriati e non derivanti da fonti terze come deve essere per ogni enciclopedia. Ma chi sono i patroller? Vengono così chiamati coloro che vigilano sulla qualità dell’enciclopedia. E che con passione, spesso incompresi, si azzuffano pacificamente per far capire le regole di scrittura di un’enciclopedia letta e copiata da tutti il più delle volte senza riconoscergli credito.