“Il 2021 può essere un anno di svolta positiva. Ma non dobbiamo sottovalutare i rischi che si stanno accumulando”. Lo scrive Corrado Passera, ceo e fondatore di Illimity. In un intervento su Formiche.net.
“Per ricostruire fiducia e scatenare le molte energie italiane dobbiamo agire con grande decisione. Sia con ottica di breve che di medio periodo. Sia a livello nazionale che comunitario”, aggiunge.
“Acceleriamo le vaccinazioni vaccinazioni vaccinazioni, mobilitando tutte le strutture pubbliche, private e militari del Paese – propone Passera -. Usiamo le risorse del Mes. Per dotarci di strutture immobiliari e tecnologiche adeguate in tutta Italia. Di una capacità molto superiore all’attuale di raccolta e gestione dei dati epidemiologici. E di una capacità di test & tracing delle epidemie presenti e future efficiente e sempre funzionante”.
“1. Riduciamo, cioè, drasticamente il rischio di futuri lockdown tanto devastanti quanto insufficienti – aggiunge -. 2. Rilanciamo una crescita economica sostenuta e sostenibile utilizzando, dovunque possibile, leggi efficaci e immediatamente attivabili (che non hanno cioè bisogno di innumerevoli decreti attuativi), con strumenti decisionali straordinari e responsabilizzando al contempo la nostra Pubblica Amministrazione.
Trasformiamo quattro nostre attuali debolezze strutturali in acceleratori di sviluppo sostenibile avviando le quattro riforme chiave: Istruzione, Giustizia, Burocrazia e Welfare – prosegue il Ceo di Illimity -. In ciascuno di questi campi ci si dovrebbe dedicare immediatamente agli interventi necessari e urgenti (qualcuno potrebbe negare che servono più risorse professionali e tecnologiche al sistema di giustizia?) mentre, in parallelo, ci si potrebbe dedicare a costruire consenso sui temi più “ideologici” e divisivi”.
Per Passera “le risorse da destinare a queste priorità strategiche per riavviare la crescita e ridisegnare il nostro Paese sono disponibili in quantità irripetibili: nei prossimi 5 anni potrebbero essere destinati a questi fini tra i 400 e i 500 miliardi sommando sia i fondi nazionali che quelli comunitari. E guai a non usarli tutti: il debito “buono” non deve fare mai paura!”.