Studio dello staff di Gianfranco Fancello coniuga una proposta innovativa e competitiva con prezzi calmierati e copertura di tutte le linee nei dodici mesi. Dal confronto con Francia e Spagna a costi, cadenza, libero mercato
La continuità territoriale marittima da e per la Sardegna è da sempre argomento strategico per l’isola e per i residenti. Il principio tende a garantire ai cittadini il diritto alla mobilità e allo sviluppo economico. Disciplinata dalla Convenzione per l’esercizio di servizi di collegamento marittimo in regime di pubblico servizio con le isole maggiori e minori, stipulata dal ministero Infrastrutture e trasporti con la Cin il 18 luglio 2012, la continuità scadeva nel luglio scorso ma è stata prorogata al 28 febbraio di quest’anno. Da questa data i collegamenti tra Sardegna e penisola tornano sul libero mercato. Le linee coperte dalla convenzione sono Genova – Porto Torres e Civitavecchia-Olbia (entrambe solo da ottobre a maggio), Genova-Olbia-Arbatax, Civitavecchia-Arbatax-Cagliari, Napoli-Cagliari, Palermo- Cagliari e Livorno-Cagliari. Il corrispettivo ammonta a 72,6 milioni di euro annui, di cui circa 50 per i soli collegamenti Ro-ro e passeggeri.
La ricerca e il modello misto: convenienti prospettive e garanzie per passeggeri e merci
Il pool di ingegneri del Dicaar (Dipartimento ingegneria civile, ambientale e architettura dell’Università di Cagliari) con Gianfranco Fancello responsabile tecnico-scientifico, comprende Daniel Mark Vitiello (coordinatore tecnico analisi), Valentina Aramu e Patrizia Serra. “Abbiamo studiato un nuovo modello che include gli elementi di maggior rilievo precedentemente analizzati. Puntiamo a soddisfare le caratteristiche del sistema sardo, strutturato in modo da garantire copertura su tutte le linee, servizio minimo garantito anche durante i periodi di minor domanda e prezzi calmierati per i residenti su tutte le linee e per tutto l’anno” spiega il professor Fancello.
Il modello misto prevede 1) sconto sulle tariffe dei residenti per le tratte in libero mercato e compensazione degli Osp-Obblighi servizio pubblico per le tratte da inserire in convenzione.
L’implementazione del modello misto comporterebbe per le compagnie l’attuazione di politiche volte al miglioramento dell’offerta, quindi a migliori condizioni di viaggio per gli utenti. Inoltre, il parziale rimborso sul prezzo del biglietto dei residenti sui collegamenti in libero mercato, renderebbe gli spostamenti economicamente accessibili durante tutto l’anno. Al contempo, l’imposizione degli Osp alle linee in convenzione (individuate dopo un’attenta analisi di mercato) garantirebbe servizi minimi e tariffe agevolate durante tutto l’anno. “Il modello misto, simulato rispetto alle linee attualmente in convenzione e a quelle a libero mercato, richiederebbe una dotazione finanziaria compresa tra 58 e 99 milioni di euro per coprire tutte le linee attualmente presenti tra la Sardegna e il Continente” aggiunge l’ingegner Vitiello.
La stagionalità
Una delle caratteristiche più rilevanti del sistema isolano è la stagionalità. Nel 2019, oltre il 75 per cento degli spostamenti si è verificato tra giugno e settembre, evidenziando la spiccata propensione della Sardegna al turismo estivo. Per tale motivo alcune compagnie tendono a non operare tutto l’anno con frequenza regolare. Un confronto delle tariffe di trasporto offerte al pubblico in diversi contesti europei simili ha messo in luce quanto le tariffe sarde siano influenzate dal fenomeno della stagionalità, registrando un incremento medio del 68 per cento tra marzo e luglio. In alta stagione si registrano variazioni tra l’andata e il ritorno, simulate a distanza di una sola settimana: l’incremento sul prezzo del biglietto per il viaggio di ritorno Continente-Sardegna è mediamente del 78 per cento, mentre in altri contesti europei è sempre inferiore al 15.
Inoltre, le tariffe medie per la Sardegna per l’ultima settimana di luglio sono cresciute del 25,1% rispetto allo stesso periodo a marzo 2020 . Mentre negli altri contesti insulari le stesse hanno subito un decremento (Corsica -20,6 per cento; Nord Europa -8,2; Baleari -11,2). Durante la bassa stagione, i costi superano i ricavi, mentre nei restanti mesi è il contrario. I ricavi mediamente oscillano tra 30 e 60 mila euro a corsa nella bassa stagione e fra gli 80 e 120 mila euro nell’alta stagione. I costi per una singola corsa sono tra i 60 e 70 mila euro, secondo stime basate su tariffe che non tengono conto delle offerte.