Unioncamere riporta un calo delle iscrizioni, ma anche nel 2020 le imprese italiane crescono. Ancora presto per quantificare le conseguenze.
Circa 292.000 iscrizioni e 273.000 cessazioni al Registro delle imprese nel 2020, con un saldo che fa segnare un +0,32%. Sono i dati di Unioncamere/Infocamere, che sottolinea però come normalmente le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno. Proprio in questo periodo si attendono le maggiori ripercussioni della crisi dovuta alla pandemia.
Un grande calo di “nascite” dopo un 2019 positivo
A fine dicembre 2020 sono state contate 6.078.031 imprese esistenti: la rilevazione Movimprese segnala che le iscrizioni sono diminuite del 17,2% rispetto all’anno precedente. Osservando il grafico dell’andamento delle iscrizioni e cessazioni dal 2006, si nota come, dopo un 2019 con le “nascite” in crescita , il 2020 abbia effettivamente portato a una netta diminuzione.
Il 2020 delle imprese sarde
La situazione non è omogenea lungo lo Stivale: centro e sud crescono con decisione, il nord si muove poco. Per quanto riguarda la Sardegna, si può notare come la nostra isola sia la nota più positiva: i dati mostrano il tasso di crescita migliore tra le venti regioni italiane, un +0,91%, a sua volta in crescita rispetto al dato del 2019 (quando si era registrato un +0,80%). Guardando alle quattro province nello specifico, l’incremento più grande è quello di Nuoro (+1,24%), cui seguono Sassari (+1,16%), Cagliari (+0,73%) e Oristano (+0,15%).
Non è ancora il momento di trarre conclusioni
Unioncamere evidenzia come nell’anno appena terminato il rapporto tra nuove imprese iscritte e cessazioni sia stato “complessivamente caratterizzato da una diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia”. Per questo motivo “la forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese suggerisce […] cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici”.