L’impianto da impiantare nel cervello degli animali, permette di manipolarne i neuroni a distanza
Un impianto cerebrale di piccole dimensioni per manipolare i neuroni ricaricabile in modalità wireless, finanche dall’esterno del corpo. Un gruppo di ricerca capitanato da Jae-Woong Jeong, professore al KAIST, Corea del Sud ha sviluppato l’impianto.
Si tratta di una nuova versione di un dispositivo neurale che gli stessi ricercatori avevano già creato nel 2019. La caratteristica principale, sta infatti nella batteria che può essere ricaricata senza l’ausilio di fili. In questo caso l’energia viene raccolta grazie all’azione di un campo magnetico che è del tutto innocuo per il corpo. Il campo magnetico può attraversare i tessuti e generare elettricità che va a caricare la batteria.
Le caratteristiche del dispositivo
Fatto con polimeri ultra morbidi e biocompatibili, questo dispositivo vanta la presenza di LED micrometrici. Questi ultimi presentano le dimensioni di un granello di sale, collocati su sonde ultrasottili. Il dispositivo permette di manipolare i neuroni nel cervello utilizzando la luce tramite la tecnica dell’optogenetica.
Il dispositivo può essere controllato a distanza, anche da uno smartphone, e potrebbe naturalmente rivelarsi molto utile per gli studi neurologici che si fanno sugli animali da laboratorio, soprattutto sui topi.
Un dispositivo “altamente versatile per indagare sulle funzioni cerebrali”, come lo descrive Choong Yeon Kim, un altro scienziato che sta partecipando al progetto nonché autore principale dello studio apparso su Nature Communications.
Un dispositivo del genere permetterebbe al topo di muoversi liberamente. Inoltre, secondo gli stessi ricercatori, ridurrebbe lo stesso degli stessi animali e il pericolo di infiammazione nel cervello di cui questi dispositivi sono spesso caratterizzati.
“Questo potente dispositivo elimina la necessità di ulteriori interventi chirurgici dolorosi per sostituire una batteria scarica nell’impianto, consentendo una neuromodulazione cronica continua”, spiega lo stesso Jeong. La stessa tecnologia, in ogni caso, come ritiene lo stesso Jeong, può essere usata per costruire altri dispositivi simili ed impianti da innestare nel corpo, tra cui stimolatori e peacemaker cardiaci o gastrici.