Nel rispetto delle vigenti norme anti-Covid, l’inaugurazione dell’anno giudiziario in Sardegna dura poco e vede una partecipazione limitata.
Appena un’ora di interventi, poche persone presenti e relazioni brevi per l’apertura dell’anno giudiziario in Sardegna, a causa dell’emergenza sanitaria. L’evento si è tenuto nell’aula magna del Palazzo di Giustizia di Cagliari.
La presidente facente funzioni della Corte d’appello Maria Mura, nella sua relazione sullo stato della giustizia nel distretto, ha evidenziato gli aspetti legati alla pandemia e la preoccupazione per i traffici di droga. Inoltre, ha rimarcato la carenza di organico in tutte le sedi.
Meno tutela per i più deboli
“Tra i settori che hanno risentito maggiormente delle criticità connesse all’emergenza sanitaria – ha chiarito la presidente – vi è sicuramente quello dedicato alla tutela dei soggetti fragili: nel settore civile, quindi, le situazioni all’attenzione del giudice tutelare e la materia minorile”.
Traffico di droga sott’occhio, ma nessuna infiltrazione di criminalità organizzata
Sul fronte dei reati sono sempre i traffici di droga a preoccupare, sebbene la Sardegna – salvo qualche indagine sugli investimenti di capitali – sia ancora al riparo da infiltrazioni di criminalità organizzata ad alti livelli. Per il Ministero della Giustizia era presente Massimo Orlando, mentre tra le pochissime autorità presenti c’era il governatore Christian Solinas.
Carenze di organico e di dotazione tecnologica
Tra i nodi dolenti restano i deficit nell’organico: a Sassari manca quasi la metà dei dirigenti, mentre a Cagliari il tasso di scopertura è del 57%.
E anche sulle dotazioni informatiche, nel capoluogo non tutte le aule sono dotate di impianto di registrazione. Pesante la situazione carceraria: sovraffollamento e inadeguatezza di molti istituti. Poi la carenza degli organici della magistratura di Sorveglianza “che, per effetto delle riforme legislative intervenute negli ultimi anni, è sovrastata da una serie sempre più ingente di attività”. Un quadro simile a quello descritto dalla procuratrice facente funzioni Maria Gabriella Pintus.