“Sono circa 4 mila le varianti del coronavirus in circolazione al momento nel mondo” e le aziende farmaceutiche stanno lavorando per migliorare i vaccini prodotti. Lo ha affermato il sottosegretario britannico allo Sviluppo dei vaccini, Nadhim Zahawi, in un’intervista a SkyNews.
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“È molto improbabile che l’attuale il vaccino non sia efficace sulle varianti. Specialmente quando si tratta di malattie gravi e ricoveri”. Ha affermato il sottosegretario. Ricordando che “tutti i produttori, Pfizer-Biontech, Moderna, Oxford-AstraZeneca e altri. Stanno valutando come migliorare il loro vaccino per assicurarsi di essere pronti per qualsiasi variante”.
È il Paese che ha registrato il numero di morti più alto al mondo. Un numero che finora ha superato i 450mila decessi. Il triste primato è degli Stati Uniti, che contano 450.681 vittime del Covid a fronte di un totale di 26.554.792 casi di contagio. Quasi la metà delle persone a livello globale che hanno perso la vita a causa della pandemia, ovvero oltre 1,1 milioni, si concentra in soli cinque Paesi: gli altri quattro, oltre agli Usa, sono Brasile (227.563), Messico (161.240), India (154.703) e Regno Unito (109.547).
Mentre il mondo fa i conti con l’avanzata delle mutazioni – in particolari quella inglese, sudafricana e brasiliana – Nadhim Zahawi, il sottosegretario del governo britannico responsabile della campagna di vaccinazione, ha dichiarato che ci sono circa 4mila varianti del virus e tutti i produttori, comprese Pfizer e AstraZeneca, stanno tentando di migliorare i loro vaccini per garantire l’immunità anche contro le nuove versioni del Covid-19. Per Zahawi, “è molto improbabile” che gli attuali vaccini non siano efficaci contro le attuali varianti del virus, “specialmente quando si tratta di casi gravi e di ospedalizzazioni”. E dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l’agenzia federale Usa per la prevenzione delle malattie, spiegano che la cosiddetta variate inglese del coronavirus, conosciuta anche come ‘B.1.1.7’, sia più mortale del ceppo originale del virus. Stessa conclusione a cui era arrivato il Regno Unito.