Parliamo con l’avvocato Marisa Marraffino del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo tra i ragazzi e a scuola. La normativa di riferimento e le pene per chi commette i reati
Il 9 febbraio ricorre la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. La prima edizione si è svolta nel 2017, in coincidenza con la Giornata Europea della Sicurezza in Rete indetta dalla Commissione Europea (Safer Internet Day). Bullismo e cyberbullismo sono due parole che insieme ad altre parole come intolleranza, discriminazione e odio, gli studenti delle scuole primarie e secondarie conoscono molto bene ma che, sempre di più, sembrano parole svuotate di senso e ridotte a puro tecnicismo.
Infatti, a ben vedere, questa conoscenza sembrerebbe non bastare a ridurre i numeri di un fenomeno che continua a dilagare tra i giovani. Per questo occorre tornare a lavorare sulla relazione. Il bullo e il cyberbullo scaricano le proprie frustrazioni sull’altro: privi di empatia, intolleranti alle regole e agendo in modo impulsivo, non mostrano sensi di colpa rispetto al male arrecato. Ed è proprio questo sgretolarsi della capacità di riconoscere e rispettare l’altrui soggettività a destare una grande preoccupazione tra gli studiosi di tale fenomeno.
La cronaca del cyberbullismo
Gli ultimi casi di cronaca parlano chiaro: studenti con disabilità presi di mira, umiliati con della vernice al volto e poi derisi sui social. Calci, percosse, bastonate e minacce di morte: immagini filmate con gli smartphone e diffuse in rete, sui social, con tanto di titoli di derisione e purtroppo con tanto di spettatori. Indifferenti? Complici? Quale vitamina emotiva mancherebbe a chi rimane impassibile a guardare?
È importante che non solo i genitori, ma anche i docenti conoscano tutti i pericoli che si nascondono nel web, legati alle social mode come le challenge, che anziché generare appartenenza rischiano di accrescere il senso di solitudine. Di fronte alla crescita inarrestabile della tecnologia, aumentare una forma sana di relazionalità negli allievi, rappresenta una funzione preventiva urgente e non rinviabile. Diventa necessario, pertanto, fornire alle figure predisposte all’educazione dei minori, tutti gli strumenti che possano orientare la loro pratica rispetto agli obiettivi dell’Agenda Europea 2030 che, in materia di promozione dell’intelligenza emotiva, mirano a favorire a una comunicazione non violenta e un’adeguata gestione del conflitto.