Un team di ricercatori di un’università texana ha scoperto un particolare virus che infetta e distrugge batteri resistenti agli anitbiotici.
Un team di ricercatori del Baylor College of Medicine (Houston, Texas) sta sviluppando una strategia per eliminare quei batteri che risultano ancora resistenti agli antibiotici o alla maggior parte di essi. Il metodo sfrutta i fagi, virus che infettano e distruggono i batteri, per usarli in maniera localizzata. Più precisamente, nei punti in cui le colonie di batteri vivono e si replicano, ad esempio dell’intestino.
Un nuovo alleato contro i fastidiosi invasori del corpo umano
“I fagi sono molto specifici nella loro capacità di infettare e distruggere determinate specie o ceppi di batteri e non altri, come i batteri buoni. Negli Stati Uniti, la terapia dei fagi sta diventando sempre più un’opzione disponibile per il trattamento delle infezioni batteriche resistenti agli antibiotici, un grave problema di salute”, spiega Sabrina Green, la prima autrice dello studio.
Nello specifico i ricercatori hanno dimostrato che i fagi possono essere utilizzati per annientare un fastidioso batterio resistente agli antibiotici, denominato ExPEC ST131.
Questo batterio è solito colonizzare l’intestino umano. Tuttavia, in alcuni casi può fuoriuscire e infettare altri organi causando infezioni, tra cui quelle delle vie urinarie, del peritoneo, del cervello, del sangue e di altri organi interni.
Inoltre può sfruttare i dispositivi medici che si innestano nel corpo per moltiplicarsi ancora di più come cateteri urinari, dispositivi vascolari, tubicini per l’alimentazione operi drenaggio di ferite, eccetera. Solo negli USA provoca più di 9 milioni di infetti all’anno.
Un virus speciale che si ciba dei batteri antibiotico-resistenti
Nello studio i ricercatori descrivono come un nuovo fago, denominato ES17, riesca ad infettare quei batteri che vivono in ambienti ricchi di mucine. Le mucine, in particolare, sono proteine che di solito si trovano nel muco del tratto gastrointestinale
Testando il fago ES17 sui topi, i ricercatori scoprivano che questo aveva una capacità unica di prendere di mira ed eliminare solo i batteri ExPEC.
“Abbiamo mostrato il primo fago che si lega anche alle cellule umane epiteliali”, spiega Anthony Maresso, autore corrispondente dello studio. “Questa proprietà media un nuovo meccanismo per combattere le infezioni batteriche che chiamiamo targeting posizionale“. La tecnica “consente al fago di anticipare dove si troveranno i batteri che prende di mira”, .