Jimmy Bernot, un biologo marino statunitense, ha deciso di farsi infettare da una particolare specie di vermi parassiti per testarne il vaccino.
Un biologo marino, Jimmy Bernot, ha deciso un anno fa di farsi infettare da 50 anchilostomi. I vermi sono stati somministrati inizialmente nel suo polso, per capire come si moltiplichino all’interno del corpo umano e per giungere alla creazione di un vaccino.
L’uomo, che è un ricercatore interessato ai crostacei che lavora anche per il National Museum of Natural History, ha raccontato la sua storia in una serie di post su Twitter. La storia che è stata ripresa da diverse fonti di informazione on-line, tra cui il sito MEDizzy, uno dei primi ad individuare i post della biologo-cavia e a riprenderne l’interessante esperienza.
Che cosa sono gli anchilostomi
Gli anchilostomi sono minuscoli vermi nematodi che di solito infettano l’intestino e che possono causare infezioni note come elmintiasi. Infettarsi con questi vermi parassiti è più facile in alcune aree del mondo in cui c’è un accesso all’acqua scarso oppure in cui il livello del gene è inadeguato.
Sono due generi in particolare ad infettare gli esseri umani: il genere Ancylostoma e il genere Necator. A seguito dell’infezione si possono verificare vari sintomi tra cui l’anemia, una perdita di peso e dolori localizzati.
I dettagli dello studio e i rischi corsi dal ricercatore
Inizialmente, Bernot è stato infettato con 50 anchilostomi della specie Necator americanus. L’immissione nel corpo dei vermiciattoli è avvenuta tramite il contatto con un particolare cerotto che il paziente ha dovuto indossare al polso per un’ora.
Nel corso degli ultimi mesi, il ricercatore ha dovuto portare regolarmente campioni di feci al laboratorio in cui si svolge la sperimentazione. A un certo punto il suo corpo ha cominciato a contenere più di 7000 uova.
Le larve di questi vermi, infatti, sono capaci di penetrare nella pelle umana. Una volta entrati nel corpo, possono raggiungere i polmoni e la trachea; da qui le stesse larve raggiungono l’intestino, la loro destinazione finale. All’interno dell’intestino possono crescere e maturare per diventare vermi adulti. Una volta raggiunta la fase adulta, possono poi sopravvivere fino a cinque anni nutrendosi solo del sangue del corpo ospitante.
I perché di questo esperimento
Attualmente l’infezione può essere curata grazie ad alcuni principi attivi che tra l’altro sono utili anche per altre parassitosi, tra cui l’albendazolo e il mebendazolo.
Tuttavia risulterebbe molto utile, soprattutto in alcune aree del mondo meno fortunate, poter contare anche su un vaccino. Proprio per questo i ricercatori stanno conducendo questo esperimento.
Al momento Bernot non sa ancora se abbia ricevuto il vero vaccino oppure una sostanza placebo. Questo naturalmente deve restare segreto per il buon prosieguo dell’esperimento, che non deve essere influenzato da un fattore esterno.