In Sardegna gli operatori della cultura uniti: “lo spettacolo riparta”

Si è costituito un coordinamento che raggruppa 90 realtà sarde del settore. Espressa preoccupazione per lo scarso supporto ricevuto.

Sardegna Tazenda coordinamento

“Lo spettacolo dal vivo deve ripartire”. Lo chiede il neonato Cuss, acronimo di Coordinamento Unitario Spettacolo Sardegna. Si tratta di un raggruppamento di novanta imprese e associazioni sarde dello spettacolo dal vivo.

Le adesioni e le caratteristiche dell’associazione

Tra chi ha aderito si contano Piero Marras, Elena Ledda, Cada Die Teatro, Tazenda, Carovana Smi e Teatro e/o Musica; tutti insieme per “rispondere alla grave crisi economica che ha messo a dura prova il comparto”.

Oltre all’assemblea plenaria e al consiglio con 21 organismi in rappresentanza dei settori e dei territori, si è insediato un direttivo. Ne fanno parte: Stefano Chessa de La Botte e il Cilindro; Vincenzo Derosa del Teatro del Sottosuol;, Giulio Landis di Antas Teatro; Barbara Vargiu del Le Ragazze Terribili; Monica Pistidda di Compagnie del Cocomero; Marco Benoni di Federcultura Sardegna; e Maria Virginia Siriu di Theandric.

Una novità assoluta in Sardegna, con l’obiettivo di diventare punto di rifermento del comparto, che occupa 6mila addetti tra artisti, maestranze e amministrativi.

Il commento del coordinamento

Siamo preoccupati, il comparto pare non essere al centro delle attenzioni della Regione nonostante l’impatto della pandemia sui suoi lavoratori“, è il timore del coordinamento. “Senza considerare l’impatto sociale e culturale per i sardi, senza una programmazione culturale da oltre tre mesi“, rincarano. La richiesta è che “la politica sarda promuova e sostenga il riavvio delle manifestazioni di spettacolo dal vivo, nel rispetto dei protocolli di tutela della salute già messi in campo in estate, facendo investimenti e mostrando che si può fare spettacolo dal vivo in piena sicurezza“.

Per il Cuss “il fondo stanziato con la Finanziaria approvata dalla giunta regionale è inadeguato, 7 milioni a fronte di ingenti perdite di fatturato contro gli 8 milioni di euro del 2019“. Inoltre spiegano che “la cifra è inadeguata in assoluto, ma di più alla luce del calo del 77% della spesa del pubblico in eventi dal vivo“.

Gli operatori rivendicano il ruolo di “tramite, sostegno e riferimento per i lavoratori, smarriti nella giungla burocratica degli aiuti al reddito tramite bandi a click“, dicono. “Ogni evento porta ricadute nei territori, sostenendo lo spettacolo li si aiuta a uscire dalla crisi – concludono – il coordinamento è pronto al dialogo per pianificare il ritorno alla normalità“.

About Fabio Allegra

Studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università di Cagliari. Non apprezzo il maestrale.

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