Questa struggente storia d’amore tra Marianna e Ludovico me la porto dentro da diversi anni; la conosco sin da quando ero bambina. Mi appartiene così tanto che posso quasi affermare di personificarmi in loro; sono infatti perugina per parte di padre e bavarese per parte di madre. Sin da quando mi ricordo, sono sempre stata una fan appassionata dei Ludovico, sia del I che del II. All’età di 7 anni avevo già trascinato i miei genitori a visitare tutti i castelli di Ludovico, e loro mi ringraziavano con un cordiale inchino e una riverenza quando mi affacciavo con la massima benevolenza dal balcone reale.
Il fatto di poter vedere le lettere di Marianna e Ludovico non è stato per me soltanto un onore, ma uno straordinario momento della mia vita veramente emozionante. Sotto gli occhi vigili di Marianna – nella sala di lettura dell’archivio privato di Caucci von Saucken, infatti, si trova un suo busto – tenevo tra le mani la monarchia bavarese. Ho avuto la possibilità di assaporare la bellezza e la poesia e mi auguro, con il mio contributo, sia di far ardere di nuovo per un attimo il cuore dei due amanti sia di colpire i cuori dei miei lettori”, così Jenny Perelli spiega i motivi che l’hanno spinta a scrivere la seguente relazione.
“Voi non siete invitata. Questo genere di comportamento potrà essere accettabile in provincia, ma non a Roma”, fu più o meno questo il modo in cui la padrona di casa, la duchessa di Bracciano, deve aver accolto a Villa Torlonia la diciannovenne Marchesa Marianna Florenzi, quando vide arrivare la sorprendentemente bella e giovane donna, non invitata alla sua festa di carnevale. Era l’anno 1821 e Marianna era stata introdotta da sua zia al ballo in maschera. La poveretta scoppiò in lacrime, umiliata e si nascose in un angolo. Ma arrivò lui: un principe, un principe azzurro, non su un cavallo bianco, ma comunque vestito da Domino veneziano. Ludovico aveva 35 anni, era affascinante e fu amore a prima vista. Al fine di riscattare l’emarginata, il principe senza tante cerimonie aprì le danze con lei che era rimasta vittima del colpo di fulmine.
La bella marchesa Marianna Bacinetti Florenzi era sposata da due anni con il marchese Ettore Florenzi di Perugia, tuttavia non si tirò indietro dall’avviare subito una corrispondenza segreta con il principe ereditario che durò fino alla morte di questo. Oltre 2000 lettere scritte da lei, altre 3000 scritte da lui. Le lettere di Marianna sono segretamente custodite nell’Archivio di Stato di Monaco di Baviera. Le lettere di Ludovico invece non ci sono più, purtroppo, perché la bigotta nuora della Marchesa le bruciò in un raptus d’inquisizione. Probabilmente con l’intento di purificare con il fuoco la peccaminosa relazione. Nell’archivio privato di Villa Caucci von Saucken a Perugia, sono tuttavia ancora conservate 5 lettere ingiallite del re, scritte in un’elegante calligrafia.
Nel 1845 Marianna scriveva così: “Il tempo passa presto anche quando passa male. Eccoci di nuovo a Natale. Si può dire che ieri eravamo giovani ed oggi siamo vecchi”. Probabilmente pensando a un possibile addio per sempre, un’altra volta scrive: “Mi ricordo benissimo di quanto ci promettemmo, e se muoio prima e se fosse permesso (cosa che io non credo), ma se tu lo brami, ti apparirò”.
Una sera del 1868, poco dopo la morte di Ludovico, un fedele servitore del re venne a Perugia a consegnare alla Marchesa una confezione sigillata. Su un piccolo pezzo di carta le seguenti righe azzurre citavano: “Scarpetta della Marchesa Marianna Florenzi, ricordando il primo ballo a Palazzo Torlonia”.
Quello fu l’ultimo omaggio di Ludovico all’Italia