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Cagliari: tour commemorativo sui bombardamenti

Cagliari Fenice Tour:  A settantotto anni esatti, un percorso sulla storia dei bombardamenti del quarantatré sulla città di Cagliari.

Cagliari è stata una delle città maggiormente ferite dai bombardamenti americani del ’43 e tutt’oggi ne porta evidenti segni nel tessuto urbano storico. Vuoti a volte colmati da vegetazione spontanea e rimasti pressoché immutati. A volte sostituiti dalla impietosa edilizia civile degli anni ’50, a volte ancora riorganizzati secondo le nuove esigenze della città. Queste tracce visibili mostrano una ferita ma anche una rinascita. Sono il simbolo di un corpo – quello cittadino – che non dimentica ma che neppure resta intrappolato nei tristi avvenimenti di quei giorni. Il tour della Trip Sardinia parte proprio da quest’idea. Ricordare i bombardamenti ma soprattutto la forza vitale, culturale e sociale con la quale la Città ha saputo rinascere da essi. Dalla quale possiamo trarre spunto per affrontare il difficile momento che ci troviamo a vivere oggi.

I bombardamenti del 1943

Furono una serie di operazioni militari condotte dagli Alleati al fine di distruggere le installazioni aeronautiche delle forze dell’Asse sulla città omonima, avviatrici di una catena di attacchi su tutta la Sardegna. I bombardamenti causarono la distruzione o il danneggiamento di più della metà del tessuto cittadino.

Il tutto iniziò il 17 febbraio successivo. A differenza delle precedenti incursioni, per lo più contro obiettivi militari o strategici, questa interessò maggiormente il centro cittadino. I primi aerei americani, centocinque tra Fortezze volanti B-17 e Lightning P-38 a doppia fusoliera, giunsero in città alle ore 14:10 locali colpendo con spezzoni e bombe la zona compresa tra via Nuoro, via Barone Rossi, viale Bonaria e viale Diaz e la zona davanti alla chiesa di San Michele, interessando inoltre i quartieri di StampaceCastello e le zone del Terrapieno e Genneruxi. L’attacco durò circa trenta minuti, causando la morte di 97 persone, tra le quali l’illustratore Tarquinio Sini.

Il bilancio fu pesante a causa della mancanza di preparazione della popolazione, che istintivamente e inconscia del pericolo si espose al bombardamento riversandosi in strada o affacciandosi ai balconi. A ciò si sommò una certa disorganizzazione nella costruzione delle vie di fuga per i cittadini: una parte dei corpi, infatti, venne ritrovata ammassata davanti al rifugio del carcere di Santa Restituta (via Sant’Efisio) davanti al quale era stato costruito un muro avente il compito di favorire l’afflusso all’ingresso del rifugio, ma che difatti impedì a molte persone di accedere facilmente allo stesso.

Bombardamenti non solo nel capoluogo

Dopo Cagliari, i bombardieri americani (probabilmente diretti all’aeroporto militare di Villacidro) passarono sopra i paesi vicini di Quartu Sant’Elena (otto morti) e Gonnosfanadiga, sulla quale lanciarono numerosi spezzoni colpendo principalmente la via principale, a quell’ora (le tre del pomeriggio) affollata di persone. Morirono tra gli ottantatré e le centodiciotto persone, tra cui una ventina di bambini. I feriti furono trecentotrenta.

About Andrea Ennas

Sono un giovane ventenne appassionato di sport, musica e cinema.

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