Disabili: assistenza complicata da Covid, appello ai prefetti. Le associazioni sono sul piede di guerra. Le famiglie invece sono lasciate sole.
Assistenze domiciliari ai pazienti disabili difficili o addirittura impossibili a causa dell’emergenza Covid. È la denuncia delle associazioni Confad (Coordinamento nazionale farniglie con disabilita) e Ora Noi Aps. Chiesto un incontro urgente con i prefetti della Sardegna.
“Le assistenze spettavano – protestano – alle unita speciali assistenziali con Oss, con preparazione adeguata e gli appositi dpi, non istituite in Sardegna. Mentre in altre regioni invece, anche sotto nostra richiesta, sono operative da tempo”.
In Sardegna da qualche mese sono state istituite le Usca sanitarie, con i medici. Ma, avvertono le associazioni, solo “molto parzialmerte forniscono il tipo di assistenza richiesta”. Accorato sos. “Le famiglie con disabilità ancora una volta sono state di fatto lasciate sole, e con la paura di non saper fronteggiare la positivita da Sars-Cov-2, con il rischio di contagio tra di loro e al loro caro, soprattutto quando si parla di malattie gravi, immunodepresse o degenerative. Ci sono anche molte persone con disabilità che non hanno il supporto dei familiari e vivono da sole, e inoltre molti caregiver (assistenti, ndr) familiari sono single, costretti pertanto a far fronte da soli alle richieste di cura e assistenza del proprio caro con disabilità”.
Già avanzata alla Regione la richiesta di un protocollo per le strutture e gli ospedali che comprenda la presenza di caregiver familiare a fianco della persona con disabilità grave non autosufficiente. “Oltre a tranquillizzarlo, assisterlo, dargli amore, e permettere l’accettazione delle cure e l’aiuto, potrebbe essere un mediatore, faciliterebbe il compito agli operatori sanitari di assistenza, di cura per quanto concerne la somministrazione di terapie, in quanto spesso sprovvisti di coooscenza e comunicazione di una situazione, di un mondo, a loro sconosciuto”.