Secondo una nuova indagine Kaspersky le donne italiane del settore tecnologico si sentino meno discriminate, ma la strada è ancora lunga.
Dal nuovo report Women in Tech di Kaspersky sono emersi segnali positivi circa la progressione dell’uguaglianza di genere. Infatti, il 71% delle donne italiane ha dichiarato che la propria opinione viene rispettata sin dal primo giorno di lavoro. Anche la diffusione dello smart working ha avuto un effetto positivo: il 45% delle italiane sostiene, infatti, che l’uguaglianza di genere sia migliorata all’interno dei team che lavorano da remoto.
I dettagli dello studio
Il report di Kaspersky analizza il lungo percorso verso la parità di genere. L’intera riflessione sui risultati dello studio è stata resa disponibile oggi su un sito web dedicato. Nonostante un miglioramento a livello globale in merito alla rappresentanza di genere, in Italia il 31% delle donne afferma che la mancanza di quote rosa nell’industria tecnologica non le invoglia ad approcciarsi al settore.
Anche se queste percentuali possono sembrare relativamente basse, sottolineano il divario tra l’attuale miglioramento e il raggiungimento della totale uguaglianza. Infatti, il 40% delle donne sostiene che la carriera degli uomini nel settore tecnologico progredisce più velocemente della loro. Inoltre, un numero simile (37%) afferma che la riduzione del gender gap favorirebbe la loro carriera.
L’indagine di Kaspersky è avvenuta a livello globale e mostra come i diversi Paesi stiano progredendo a ritmi diversi. In Europa, ad esempio, l’equilibrio tra i generi sembra essere addirittura peggiorato negli ultimi due anni. Invece, in Nord America il passaggio all’home working lo ha migliorato. In America Latina, invece, l’istruzione sta guidando l’empowerment tra le giovani donne nel tech; e infine, nell’Asia Pacifica, le donne si sentono sempre meno minacciate e intraprendono carriere di successo.
Il commento di Ada’s List
“L’industria tecnologica ha dimostrato di essere istituzionalmente misogina. Questo vuol dire che le quote sono insufficienti per affrontare lo squilibrio di genere o per aiutare la progressione delle donne in ruoli IT di alto livello”, ha dichiarato la dottoressa Ronda Zelezny, co-fondatrice e direttrice di Panoply Digital e membro di Ada’s List .
Ha inoltre aggiunto: “Una prima raccomandazione è quella di implementare pratiche di blind recruitment che aiutino a rimuovere i pregiudizi personali durante il processo di assunzione di talenti. Questo vuol dire rimuovere i dati identificativi dalle candidature, modificare il linguaggio all’interno degli annunci di lavoro per eliminare i pregiudizi sessuali a favore di candidati uomini e assicurarsi che la selezione dei candidati sia libera da pregiudizi utilizzando comitati di assunzione diversi (invece che individui), reclutatori addestrati per eliminare i pregiudizi dai processi di assunzione e magari anche algoritmi creati da team diversi che possano aiutare nel processo di identificazione dei candidati”.