Copagri Sardegna propone alle istituzioni un piano di transizione ecologica come contributo alla costruzione della proposta regionale di recovery plan
Nella fase di definizione delle proposte che la Regione Sardegna dovrà rapidamente avanzare al governo nazionale ai fini del loro inserimento all’interno del Recovery Plan (PNRR), Copagri Sardegna ha elaborato e inviato alle istituzioni regionali ( presidente della Giunta, assessora, Capi Gruppo al Consiglio regionale e componenti della V^ Commissione Attività Produttive ) un piano specifico sulla materia della Transizione Ecologica .
L’obiettivo è al centro degli orientamenti comunitari e avrà senz’altro un ruolo centrale all’interno del Piano nazionale.
“Riteniamo che la proposta che abbiamo sottoposto alla valutazione delle istituzioni regionali, rappresenti una seria opportunità di sviluppo per la Sardegna”. Dichiara Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri. La proposta si sostanzia in un “Piano decennale Transizione Ecologica e Agroalimentare”. In modo tale da mettere da parte logiche difensive e propone una linea di azione capace di affrontare obiettivi sostanziali. Come, ad esempio, il contrasto ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni nocive.
Tuttavia permette nel contempo, secondo Copagri, di garantire un maggior reddito alle imprese agricole della Sardegna; al fine di contrastare i fenomeni di spopolamento delle aree rurali e delle zone interne.
I tre pilastri del piano
Il Piano è imperniato su tre pilastri che si pongono l’obiettivo di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili in agricoltura (fotovoltaico ed eolico); in grado di sostituire l’attuale energia prodotta dal termoelettrico, di estendere la coltivazione del Mandorlo , di sviluppare i sistemi di produzione biologica.
Il Piano prevede un impegno finanziario di 144 milioni di euro annui che sono compatibili con le risorse destinate all’Italia per il finanziamento del PNRR; cioè quelle provenienti dalla programmazione comunitaria o altre risorse esterne destinate alla Sardegna, entro un quadro coordinato.
L’incremento occupazionale sarebbe di 14.000 nuovi occupati stabili generando un reddito aggiuntivo per le imprese agricole di un miliardo e mezzo di euro, raddoppiando cioè l’attuale PLV della Sardegna.
“ La discussione con le forze sociali finora è stata quasi nulla su questo tema – prosegue Ignazio Cirronis – è il caso di affrontarla e sarebbe opportuno che anche la Sardegna si doti di un Assessorato alla Transizione Ecologica”.
Naturalmente il Piano – aggiunge Pietro Tandeddu , direttore regionale di Copagri – non esaurisce il quadro delle esigenze dell’agricoltura sarda e più in generale dell’economia isolana, come il superamento del deficit infrastrutturale inerente i trasporti interni ( ferrovie, strade ,ivi comprese quelle rurali ) collegamenti marittimi ed aerei, l’estensione delle comunicazioni in banda larga sino ai livelli aziendali, l’adeguamento e ristrutturazione del sistema idrico multisettoriale al cui interno deve collocarsi il completamento di ciò che definiamo “ Piano Irriguo Regionale”, la messa in sicurezza e salvaguardia del territorio per la quale i produttori agricoli possono dare un contributo sostanziale nel rafforzare il loro ruolo multifunzionale nella produzione di “servizi pubblici”.