Sassari. Un gruppo internazionale di studiosi, coordinato dall’Università di Sassari, ha pubblicato una ricerca sul cancro colon-rettale sulla rivista Cancers. Lo studio si inserisce in un progetto più ampio avviato dal Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari. Lo scopo del progetto è duplice: la caratterizzazione fenotipica e molecolare delle cellule staminali tumorali e l’ampliamento della comprensione clinica e molecolare del cancro colon-rettale. Hanno collaborato alla ricerca le università di Granada e di Linz.
Lo studio pubblicato su cancers
Dopo le malattie a carico del sistema cardiocircolatorio, il cancro è la seconda causa di morte. Tra questi, il tumore colon-rettale riveste un triste primato, essendo tra i primi tre tumori sia per letalità che per incidenza. “Sebbene la sua incidenza stia aumentando nell’ultimo periodo, la ricerca ha compiuto passi importanti, rendendolo un tumore curabile, se diagnosticato tempestivamente”, afferma Roberto Madeddu, professore di Istologia all’Università di Sassari e coordinatore del gruppo di ricerca.
“È proprio la diagnosi precoce, unita a trattamenti mirati, il segreto di una buona prognosi”. A tal fine la ricerca scientifica intende trovare approcci sempre più precisi e predittivi, che consentano di diagnosticare nelle fasi più precoci questa patologia che, il più delle volte, comincia a dare segni evidenti anche anni dopo il suo esordio e in alcuni casi solo negli stadi più avanzati.
Lo studio pubblicato su Cancers è stato condotto su cellule staminali tumorali del cancro colon-rettale, che sembrano avere un ruolo decisivo nello sviluppo e nella recidiva della patologia. Realizzata sul doppio binario in vivo e in vitro, nei pazienti e in laboratorio, la ricerca ha evidenziato alcuni markers (cioè molecole segnale) che potrebbero essere d’aiuto nella diagnosi precoce.
“Lo studio ha permesso di identificare il ruolo di una particolare molecola regolatrice (miR-486-5p), che da queste prime analisi sembrerebbe essere coinvolta nello sviluppo delle cellule staminali del cancro colon-rettale” – spiega ancora Roberto Madeddu – Questo studio, sebbene preliminare, ha permesso di evidenziare come il miR-486-5p possa incrementare il potere diagnostico quando analizzato insieme ad altri marcatori comunemente utilizzati. Ciò potrebbe, con ulteriori studi, rappresentare un valido alleato per la scelta del trattamento terapeutico, nella prospettiva della sempre più auspicabile terapia personalizzata”.
Università dipartimento di scienze Biomediche
Il gruppo dell’Istologia del Dipartimento di Scienze Biomediche diretto dal prof. Roberto Madeddu è composto dai dottori Cristiano Farace, Andrea Pisano, Grazia Fenu, Riccardo Oggiano, Angela Sabalic, Federica Etzi e Simone Lintas. Con loro, lavorano a stretto contatto gli specialisti di Patologia Chirurgica dell’Azienda ospedaliero-universitaria, diretti dal prof. Fabrizio Scognamillo e, per la parte statistica, la prof.ssa Giuliana Solinas e il Dott. Giovanni Fiorito sempre dell’Università di Sassari
Hanno collaborato inoltre, con i rispettivi gruppi di ricerca, il prof. Juan Antonio Marchal dell’Università di Granada, uno dei più eminenti studiosi al mondo sulle cellule staminali tumorali, e il prof. David Bernhard della Facoltà di Medicina dell’Università di Linz in Austria