Intervistata da La Repubblica, la patologa dell’Università di Padova Antonella Viola ritiene inutile meno di 15 giorni di lockdown, e chiede più Ffp2 a scuola.
In questi giorni, le notizie sull’evoluzione della pandemia in Italia e nel mondo stanno destando grande preoccupazione tra i governi e le comunità scientifiche nazionali e mondiali.
Di fronte a varianti più contagiose e dannose anche per i più giovani, serve pensare a delle ulteriori misure contenitive. Il tempo stringe, e si deve essere risoluti per proteggere il maggior numero di persone.
Per questi motivi, il quotidiano La Repubblica ha interpellato due noti esperti dell’Università di Padova, Antonella Viola e Andrea Crisanti, riguardo l’opportunità/necessità di un nuovo lockdown. Viola, ordinaria di Patologia generale presso UniPd, si è mostrata più morbida del collega.
Lockdown forse non indispensabile, ma servono restrizioni per bloccare la diffusione delle varianti
“Non sono convinta che sia necessaria una nuova chiusura totale a livello nazionale, ma la fase è molto critica e servono misure più restrittive per limitare le varianti che sono più contagiose”, spiega Viola.
In effetti, stando agli ultimi dati comunicati dall’Inghilterra le varianti sembrano essere più aggressive e provocare una maggiore mortalità.
“Il virus cambia e noi dobbiamo rivedere le nostre strategie per adeguarci, anche perché la campagna di vaccinazione procede lentamente visto che le dosi non sono sufficienti ed è difficile fare di più”, continua l’esperta.
Tra l’altro, quando è in corso una campagna vaccinale mantenere alta la circolazione del virus non è una buona idea. “Finché il ciclo vaccinale non viene completato – spiega Viola – abbiamo persone con una protezione parziale e questo potrebbe favorire lo sviluppo di varianti che trovano una risposta immunitaria parziale”.
Urge migliorare il tracciamento. Mantenere blocco mobilità tra regioni
Allora per evitare un nuovo lockdown, ma arginare il rischio di una nuova impennata, che cosa si può fare?
“Serve sicuramente un miglior tracciamento ed è necessario rivedere le regole delle aperture nelle zone gialle perché abbiamo già visto che in queste regioni la circolazione del virus non viene bloccata e se proprio lì si insinua una variante più trasmissibile i contagi risalgono”.
Ecco perché una soluzione potrebbe essere quella di effettuare dei lockdown mirati laddove le varianti sono più diffuse. “Va mantenuto il blocco della mobilità tra le regioni così come le chiusure degli impianti sportivi”, prosegue Viola.
La patologa, comunque, precisa che “se sia necessario tornare ad un lockdown pesante deve valutarlo la politica perché bisogna fare un discorso costo-benefici. Il fatto è che perché sia davvero efficace, non basterebbero 15 giorni ma bisognerebbe fermare tutto finché non si riesce a vaccinare una buona parte della popolazione“. E a un simile traguardo, forse, si arriverà solo in Estate.
Ri-chiudere le scuole? Solo se indispensabile. Meglio fornire più Ffp2
Visto che la variante inglese colpisce di più bambini e adolescenti, qualcuno ventila l’ipotesi di chiudere di nuovo anche le scuole.
“Certo se non si riescono a fare dei monitoraggi costanti potrebbe essere necessario almeno in alcune regioni“, spiega la patologa.”Ma quello che mi sentirei di consigliare è di far indossare agli studenti la mascherina Ffp2“.
Con un virus più trasmissibile, è infatti necessaria una mascherina con un potere filtrante maggiore e che aderisca meglio al viso. “Anzi dovremmo usarla tutti, anche quando si fa shopping e in generale nei luoghi chiusi”, osserva infine Viola.