Il G7 si è trovato concorde nel definire la necessità di un accesso equo ai vaccini nel mondo, destinando nuovi soldi per le dosi ai Paesi più poveri.
I sette Paesi più industrializzati del mondo puntano ad accelerare nella produzione, distribuzione e inoculazione dei vaccini anche nei Paesi in via di sviluppo. In poche ore il vertice online del G7 ha raddoppiato gli sforzi finanziari a favore dei programmi anti-Covid dell’Oms, Covax e Act-A.
Dai Sette arriva anche l’impegno a continuare a sostenere “una ripresa forte, sostenibile e inclusiva” delle economie fiaccate dagli effetti dalla pandemia e a “proteggere i posti di lavoro”.
I dettagli del nuovo stanziamento
Lo stanziamento è stato di 7,5 miliardi di dollari. L’importo più imponente arriverà dagli Stati Uniti per un totale di 4 miliardi. L’Ue ha raddoppiato il suo contributo per 1 miliardo di euro e la Germania stanzierà ulteriori 1,5 miliardi.
Anche l’Italia sta lavorando ad un nuovo contributo da destinare all’Act-A. Mario Draghi, nel suo intervento, ha sottolineato proprio il valore della salute come bene pubblico globale, che deve essere regolato da norme condivise e princìpi trasparenti. Una priorità nell’agenda del G20 a guida italiana, che ha già in programma il Global Health Summit il 21 maggio a Roma.
Accesso equo per tutti, ma priorità ai 6,5 milioni di operatori sanitari in Africa
Per l’Italia l’accesso equo, universale e di massa ai vaccini è un imperativo non negoziabile. Si guarda per questo con interesse alla proposta del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres di istituire una “Task Force di emergenza G20” che sviluppi un piano vaccinale globale.
Fare in fretta è l’imperativo per tutti perché il virus va battuto sul tempo. Il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, ha quindi incalzato l’Europa e gli Stati Uniti a donare “il prima possibile” 13 milioni di dosi all’Africa. La necessità è immunizzare, e mettere al sicuro, i suoi 6,5 milioni di operatori sanitari.