Repubblica: in Africa un caso di Covid su 11. Il virus non ha risparmiato il continente

La Repubblica i riporta che i dati dei test a campione sui deceduti di un ospedale di Lusaka, Zambia, dimostrano che i contagiati non vengono rintracciati.

africa lusaka zambia
(da lusakatimes.com)

Elena Dusi, su Repubblica, ha fatto luce su una falsa convinzione sull’estensione dell’epidemia di Covid. Infatti, un recente esperimento a Lusaka, capital dello Zambia, ha dimostrato che, al contrario di quanto si pensi, l’Africa non è stata risparmiata dal Covid-19. Semplicemente, i casi sono estremamente sottostimati.

Un virus che corre fuori dal radar: pochi positivi rintracciati, morti in media di 48 anni; il 10% delle vittime minorenni

È bastato testare 364 persone morte a Lusaka tra giugno e settembre per osservare che 70 avevano il coronavirus. Ma solo 6 avevano ricevuto il tampone positivo da vivi. Se una grande città, di sicuro più organizzata di una zona rurale, riesce a rintracciare solo un caso su 11, è facile capire come la pandemia in Africa stia correndo al di fuori dei radar.

I risultati del test di Lusaka sono finiti sul British Medical Journal. L’articolo sulla rivista di medicina sfata un secondo falso mito, oltre a quello dell’Africa risparmiata dal virus: non è vero che l’età media giovane nel continente aiuta a contenere i danni.

I morti di Lusaka, infatti, avevano in media 48 anni. In Italia questo valore viaggia stabilmente oltre gli 80 anni. Soffrivano di Aids, diabete, ipertensione, alcolismo, tubercolosi. Età più bassa infatti non vuol dire necessariamente stato di salute migliore.

Il 10% erano bambini o adolescenti, mentre da noi le vittime così giovani sono pressoché assenti.

Si muore senza aver ricevuto un tampone e le cure necessarie

Ben 51 dei 70 deceduti osservati non solo non avevano ricevuto un tampone, ma nemmeno erano stati curati. Sono morti a casa, senza assistenza. Solo 6 dei 19 pazienti morti in ospedale avevano avuto il test, nonostante avessero sintomi eloquenti e un’équipe medica a seguirli.

“Se questi dati sono generalizzabili – scrivono gli autori dello studio, affiliati alle università dello Zambia e di Boston – l’impatto del Covid-19 in Africa è stato ampiamente sottostimato”.

Nessun “paradosso africano”: meno morti e positivi per incapacità di fare tracciamento

“Siamo più vulnerabili di quanto pensassimo” ha ammesso in un’intervista all’Associated Press il direttore degli Africa Centers for Disease Control and Prevention, John Nkengasong.

Finora ai paesi in via di sviluppo sono arrivati soprattutto vaccini dalla Cina e dalla Russia. Quand’anche il flusso dovesse aumentare, prevede Nkengasong, entro la fine del 2021 si riuscirebbero a immunizzare solo il 35-40% degli abitanti, per arrivare al 60% nel 2022.

Il virologo originario del Camerun conferma i dati del British Medical Journal: “Non riusciamo a contare tutte le nostre vittime, soprattutto con la seconda ondata”. Gli ospedali sono sopraffatti e l’ossigeno scarseggia. “La gente muore per mancanza di cure che altrove sono considerate di base”.

About Fabio Allegra

Studente di Scienze della Comunicazione presso l'Università di Cagliari. Non apprezzo il maestrale.

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