Sono queste le conclusioni del tavolo tecnico istituito dall’Aimas con i nuovi esperti dell’Associazione medici diabetologi (Amd) e della Società italiana di Diabetologia.
Il documento di consenso, ha messo a fuoco i nuovi aspetti regolatori, le principali criticità nell’accesso delle persone con diabete alle professioni del volo
Ma anche le buone pratiche a livello internazionale e ha analizzato i vantaggi delle più recenti innovazioni tecnologiche nel monitoraggio glicemico.
“Il tavolo tecnico ha valutato 72 studi scientifici pubblicati tra il 1946 e il 2020. Gli esperti concordano sulla superiorità dei sistemi di monitoraggio della glicemia con sensori rispetto all’automonitoraggio mediante puntura del dito. Si tratta di device piccoli e sottili che, applicati alla pelle, consentono di rilevare in continuo il livello del glucosio. E questo 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana avvisando gli utenti quando i livelli diventano troppo alti o troppo bassi”.
Oggi sono disponibili due tipi di sistemi di monitoraggio continuo del glucosio. Il Cgm in tempo reale e il Cgm a rilevazione intermittente detto anche monitoraggio ‘Flash’ del glucosio. Entrambi i sistemi forniscono informazioni riguardo ai livelli di glucosio attuali e pregressi, indicano l’andamento e la velocità di variazione del livello di glucosio, fornendo così informazioni preziose per prevenire pericolosi sbalzi di glicemia.
Sulla base delle evidenze scientifiche che abbiamo analizzato esiste un ampio consenso sul fatto che questi dispositivi migliorano il compenso glicemico, riducono la durata di eventuali eventi ipo o iperglicemici e aumentano il tempo trascorso nell’intervallo stabilito.
Si tratta di risultati molto importanti visto che la riduzione degli episodi di ipoglicemia e il controllo metabolico sono aspetti nuovi e fondamentali per i piloti e gli equipaggi
Attualmente l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile non permette alle persone con diabete insulino-trattate di ottenere il brevetto di volo commerciale. Le autorità del Canada e degli Stati Uniti prevedono una certificazione medica speciale per le licenze di prima, seconda e terza classe. L’Easa (ente regolatore europeo) nega sia l’accesso alla professione che il rinnovo della licenza per i piloti che hanno sviluppato un diabete insulino trattato. Il motivo è evidente. Eventuali crisi ipoglicemiche potrebbero mettere a rischio la sicurezza di piloti e passeggeri.
“Nelle persone con diabete insulino trattato, queste tecnologie potrebbero migliorare l’efficienza lavorativa del personale di volo e di altre professioni critiche del mondo dell’aviazione. I tempi sono maturi affinché le autorità regolatorie europee e internazionali rivedano i requisiti medici per l’accesso dei diabetici alle professioni del volo. I voli dell’aviazione commerciale devono rappresentare fin da ora un’ulteriore sfida al fine di permettere in futuro ai piloti ed ai passeggeri diabetici insulino trattati di poter volare in sicurezza.”
Molto soddisfatto anche Marcello Grussu, Presidente dell’Aniad. “Siamo finalmente davanti ad una possibile soluzione di un problema che andiamo sollevando da quasi 10 anni. Laddove sarà resa possibile, determinerà un importante passo avanti nella piena e completa integrazione sociale delle persone con diabete. Un lavoro costante e coerente conduce sempre lontano”.