L’arte contro le barriere. Le discussioni delle tesi on line hanno concluso la prima edizione del MaDIS. Ovvero il Master di I livello in Danza e Inclusione sociale promosso dall’Accademia nazionale di danza – Scuola di coreografia (MIUR). In collaborazione con l’Associazione Enti locali per le attività culturali e di spettacolo. Il CeDAC – Circuito multidisciplinare dello spettacolo dal vivo in Sardegna, L’associazione Tersicorea – Officina delle arti sceniche e performative. Infine l‘Associazione sarda musica e danza.
Il MaDIS, pensato per offrire un percorso di formazione e alta specializzazione a laureati in Danza e discipline dello spettacolo. Ancora, Scienze motorie, Psicologia e Antropologia in Italia e all’estero. E’ stato realizzato con il patrocinio e il sostegno della Regione Sardegna, del Comune di Selargius e della Fondazione di Sardegna.
L’obiettivo del MaDIS è stato quello di formare operatori con competenze nell’arte coreutica e nell’ideazione di iniziative e interventi. Mirati a favorire l’aggregazione e superare barriere e discriminazioni attraverso la danza
“Danzare aiuta a conoscersi meglio e ritrovare o scoprire la memoria del corpo. La danza è dentro ognuno di noi e praticarla permette di ritrovare la fiducia in se stessi e negli altri – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa. Gli studenti che hanno partecipato provenivano da differenti percorsi. E’ stato molto interessante vedere le connessioni che sono riusciti a trovare e a mettere in campo tra la danza e le loro rispettive specializzazioni”.
La discussione delle tesi ha chiuso l’intenso ciclo di studio e ricerca teorica e pratica sui fondamenti della danza classica e contemporanea. Sulla composizione di coreografie, sulla musica e sul ritmo. Inoltre, approfondimenti in discipline come l’antropologia e la danzaterapia, per individuare le strategie più idonee ed efficaci per trasformare l’arte coreutica in uno strumento di conoscenza di sé e dell’altro. L’arte capace di favorire l’aggregazione e l’integrazione, e superare le barriere fisiche, psicologiche, culturali, economiche e sociali, Ma anche per sconfiggere la malattia e il dolore attraverso la bellezza.
Soprattutto, le tesi hanno mostrato differenti visioni e possibili declinazioni della danza come chiave per promuovere l’inclusione sociale. Le tematiche affrontavano la fragilità della vecchiaia alla malattia, dalla cura delle ferite dell’anima alla dimensione ludica e creativa, dalla possibilità di esplorare e superare i propri limiti all’elemento rituale e simbolico del ballo nella vita di una comunità.