Giusta vittoria alla 71esima edizione della Berlinale con l’Orso d’oro tributato a Babardeală cu bucluc sau porno balamuc. (Bad Luck Banging or Loony Porn) di Radu Jude: il film più radicale ed estremo della competizione.
Racconta la storia di una professoressa rumena, interpretata da Katia Pascariu. Che si trova imputata in un processo. Fuori dalle aule dei tribunali, i cui accusatori sono i genitori e i nonni degli allievi della classe in cui insegna. Il suo reato è quello di aver ripreso un rapporto intimo con il marito. Che non si sa per quali misteriose vie è stato caricato su internet. Ed è diventato virale. Il rumeno Radu Jude, che ha fatto incetta di premi in numerosi festival internazionali. Narra un fatto, accaduto per davvero anche a una giovane maestra in Italia.
E declina gli eventi secondo un andamento assai originale. Jude segue la sua eroina per le strade di Bucarest. Ma in realtà vuole restituirci l’immagine di una nazione immersa nella maleducazione e nella volgarità. Di pensiero, di immagini e di costumi, in cui a vincere è la prepotenza e il dominio del denaro. Nella parte centrale ospita un alfabeto della pornografia culturale in cui, secondo il regista, è sprofondato il suo Paese.
L’Orso d’Argento e L’Orso d’Oro
L’Orso d’Argento – Premio della Giuria è assegnato a “Mr Bachmann and His Class” di Maria Speth. Nell’assegnazione di questo riconoscimento potrebbe aver pesato la presenza in giuria del nostro Gianfranco Rosi. Si tratta di un documentario che osserva un insegnante, Mr Bachmann, alle prese con un gruppo di giovani immigrati dalla provenienza multietnica. Nell’età peggiore, quella tra i 12 e i 14 anni, per prepararli all’esame per accedere alla scuola secondaria. I suoi metodi non tradizionali, come l’ascolto del gruppo heavy-metal AC/DC, la naivité. E l’assoluta mancanza di mediazioni dei suoi studenti, fanno ben sperare in un’ottica di integrazione. Evviva il premio.