Giulia giornaliste Sardegna chiede a tutte le redazioni e a tutte le colleghe e colleghi una riflessione più profonda sull’uso del linguaggio in vista dell’8 marzo, ormai divenuta una giornata simbolo della lotta alla disparità di genere
Il linguaggio è uno di quegli strumenti strategici per un reale cambio culturale. Infatti i media attraverso i loro racconti contribuiscono in maniera importante al formarsi dell’opinione pubblica. Noi di Giulia giornaliste Sardegna abbiamo scelto di assumerci il difficile compito di formare e informare non solo colleghe e colleghi. Formiamo anche tutti coloro che si occupano di comunicazione sulla necessità di un corretto utilizzo del linguaggio e delle immagini. Questo perché possano essere superati gli stereotipi di genere, ancora troppo diffusi nei messaggi trasmessi attraverso i media e i social.
Noi Giulie diciamo basta all’uso del corpo delle donne per invitare all’acquisto, diciamo basta ai riferimenti al corpo, all’abbigliamento, ad aspetti della vita privata nel descrivere le donne ai vertici delle istituzioni sociali e politiche, diciamo basta a racconti pruriginosi su violenze e stupri. E soprattutto chiediamo che i ruoli delle donne siano finalmente declinati al femminile, sempre.
Il nostro impegno è quotidiano e collaborativo. In Sardegna abbiamo firmato un protocollo con i sindacati confederati e con la consigliera di parità dell’area metropolitana di Cagliari che ci impegna in corsi di formazione, nelle scuole, nelle università nei luoghi di lavoro. Lo faremo con impegno e dedizione come abbiamo sempre fatto. L’8 marzo ci trova ancora in prima linea non con fiori, ma con parole, quelle che usiamo nei nostri giornali.