cuffie in-ear sanremo
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Sanremo: cuffie ‘in-ear’ create da una startup sarda 

Al Festival di Sanremo spopolano le cuffie monitor in-ear prodotte da una start up sardo-milanese indossate da molti degli artisti sul palco

Le vediamo a Sanremo sulle orecchie di Achille Lauro, ospite musicale fisso nelle cinque serate della kermesse musicale. Il cantante le ha usate anche quando era in gara nell’edizione 2020. Le cuffie sono frutto dell’idea, nata quasi per caso, di Riccardo Cherchi. Il fonico di Olmedo nel Sassarese e di Alessandro, un audioprotesista anche lui di origini sarde, entrambi milanesi di adozione.

“Faccio il fonico da tempo – racconta Riccardo cofondatore di Nts Audio all’AGI – e ho incontrato il mio collega in un’occasione di lavoro. Mi ha chiesto una consulenza e poi abbiamo deciso di mettere insieme le nostre professionalità”. Dai primi prototipi realizzati in un magazzino degli attrezzi il passo verso le numerose richieste da parte di big della musica è breve. “Il primo cliente è Nic Cester musicista australiano conosciuto dai più come cantante dei Jet” e poi tanti italiani. Francesco Sarcina delle Vibrazioni, che le ha usate sul palco del festival di Sanremo dell’anno scorso.

Sono usate da molti artisti che si alternano sul palco dell’Ariston

Coma Cose, Colapesce e Dimartino, WrongonYou sono solo alcuni dei cantanti in gara che in queste serate usano le cuffie in-ear di Riccardo. “L’altro giorno abbiamo preso le impronte dell’orecchio del rapper Vega Jones. Il rapper ha duettato con Aiello sul palco dell’Ariston nella serata delle cover con delle cuffie provvisorie in attesa delle definitive”. Una delle chiavi del successo delle in-ear di Riccardo e Alessandro è che sono ergonomiche e sono realizzate sull’impronta dell’orecchio del cliente.

La particolarità tecnica – spiega il giovane startupper – è che il driver che utilizziamo è microscopico e ci consente di inserirne nel guscio fino a 12, per dedicare ogni driver a frequenze di intensità diverse”. La qualità per chi fa musica live è fondamentale e il suono, grazie all’ergonomicità e alle dimensioni ridotte, arriva vicino al timpano del musicista che in questo modo è in grado di isolarsi dai rumori esterni e di sentire solo la musica e la sua voce.

La start-up è cresciuta sull’onda del successo

La start up è cresciuta in breve tempo, complice il successo della tecnologia del prodotto e la possibilità di personalizzazione: “Marracash ci ha chiesto di rivestire la parte esterna con delle pietre preziose che abbiamo realizzato con la collaborazione di una tra le più importanti case di produzione di gioielli italiane – per Sarcina abbiamo applicato dei teschi argentati”. Ora Riccardo e Alessandro hanno aperto un laboratorio a Milano con strumentazione più sofisticata: “Ricordo ancora quando abbiamo verniciato dal terrazzo della mia cucina i primi prototipi – racconta – oggi stiamo lavorando per diventare leader nella produzione di cuffie in-ear”.

Per Riccardo cresciuto in un piccolo paesino vicino a Sassari e che ha scelto Milano per formarsi nell’unica università italiana di ingegneria del suono il Sae Institute è un successo inaspettato: “Sono andato a Milano, città della musica, per fare il fonico e – confessa – mai avrei pensato che da un’idea, nata quasi per caso, potesse nascere una realtà apprezzata dai musicisti internazionali e italiani più importanti”.

About Giulia D'Agostino

Amante dei libri e delle serie tv. Appassionata di arte. Cresciuta a pane e Fabrizio de Andrè.

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