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Recuperate 17 specie di piante europee ‘estinte’

Si pensava fossero estinte da molti decenni, ma non è così per 17 specie endemiche della flora europea, riabilitate grazie a uno studio appena pubblicato

Si pensava fossero estinte da molti decenni, ma non è così per 17 specie endemiche della flora europea, riabilitate grazie a uno studio appena pubblicato.

Un gruppo internazionale di ricercatori, ha svolto un minuzioso lavoro di indagine su 36 specie di piante tipiche europee.

Queste, classificate come ‘estinte’, si scopri’  che, in realtà, 17 non lo erano affatto.

 

Di queste, tre specie sono state effettivamente riscoperte a seguito di ricerche di campo , per alcune sono stati ritrovati esemplari vivi, non noti, conservati presso orti botanici e banche del germoplasma europei. Altre ancora sono state riclassificate come specie diverse sulla base di nuovi dati.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature Plants in un articolo. La ricerca internazionale è stata coordinata da Thomas Abeli e Giulia Albani Rocchetti .

Ha visto il coinvolgimento di ricercatori , tra istituzioni di ricerca, università, musei e orti botanici.

 

“La ricerca ha richiesto un minuzioso lavoro da detective – spiega Thomas Abeli – soprattutto per verificare informazioni, spesso inesatte, riportate tali e quali da una fonte all’altra, senza le opportune verifiche. Tra le 17 specie potremmo avere un caso clamoroso: il ritrovamento di una specie endemica portoghese, Armeria arcuata, ritenuta estinta da decenni e forse conservata inconsapevolmente presso l’Utrecht University Botanic Gardens, su cui si stanno facendo indagini genetiche per confermarne la riscoperta”.

Sebbene la riabilitazione di queste specie sia senz’altro una buona notizia, “non dobbiamo dimenticare che altre 19 specie sono invece perse per sempre, tra cui nove specie italiane.Importante è  prevenire le estinzioni; la prevenzione è certamente più fattibile delle cosiddette de-estinzioni, azioni su cui lavoro con il mio team di ricerca, ma che ad oggi rimangono puramente teoriche e con forti limiti etici e tecnologici”.

La ricerca evidenzia che entità ritenute estinte da molti decenni possono essere riscoperte grazie ad un  monitoraggio e impegno nella ricerca.

Sostenuto da università, musei, orti botanici e banche del germoplasma. Queste ultime due infrastrutture, permettono di evitare perdita definitiva di biodiversità.

Anche quando non ci sono più le condizioni ambientali favorevoli al mantenimento di popolazioni naturali.

 

Il maggiore contributo alla riabilitazione delle specie è derivato dal miglioramento delle conoscenze tassonomiche.

 Dimostra, un enorme potenziale della tassonomia nella conservazione della natura, grazie anche a tecniche sempre più avanzate per indagare la variabilità delle specie.

La ricerca floristica, lo studio critico della bibliografia botanica e soprattutto le ricerche in campo, permette l’elaborazione di ‘inventari floristici.’

Si configurano come strumento imprescindibile per la conoscenza della distribuzione delle piante e la tutela della diversità vegetale.

Lo studio è altamente promettente in termini di impatto sulla conservazione delle specie riabilitate.

Se nulla si può fare in termini di conservazione quando una specie si estingue, aver riabilitato 17 entità della flora europea permetterà di sviluppare dei programmi di conservazione ad hoc.

Inoltre, grazie a questo studio, l’Europa recupera biodiversità .Lo fa facendo un passo importante verso il raggiungimento dei target internazionali. Questi dettati dalla Convenzione per la Diversità Biologica e dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile.

 

 

About Paola Usai

Studio Beni Culturali all'Università di Cagliari. Sono sarda, ma attualmente vivo a Bolzano dove lavoro come au pair.

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