Più hanno fiducia in chi governa e nella scienza, più le persone saranno propense ad assumere comportamenti utili al contrasto della pandemia. Al contrario, l’effetto-paura sembra svolgere un ruolo marginale
Più hanno fiducia in chi governa e nella scienza, più le persone saranno propense ad assumere comportamenti utili al contrasto della pandemia.
Al contrario, l’effetto-paura che potrebbe essere indotto dalla diffusione delle cifre relative a contagi e decessi sembra svolgere un ruolo marginale.
È ciò che emerge da un lavoro condotto da un team di ricercatori delle Università di Milano-Bicocca, Chieti e Perugia.
Lo studio coinvolge 23 Paesi di diversi continenti ed è finanziato dalla “European Association of Social Psychology” col sostegno dell’agenzia di comunicazione “Pomilio Blumm”. I risultati della ricerca, sono stati pubblicati sulla rivista “Plos One”
L’indagine ha riguardato tanto i comportamenti prescrittivi come indossare mascherine, mantenere il distanziamento sociale e rispettare la quarantena.
Quanto i comportamenti prosociali non obbligatori, come donare a enti di beneficenza e acquistare forniture per le persone in quarantena. Quest’ultimo aspetto è anche quello finora meno indagato.
I risultati hanno rivelato che il Paese in cui le persone vivono, non sono i predittori più significativi delle intenzioni individuali di impegnarsi in entrambi i tipi di comportamento.
Invece, il comportamento è in gran parte predetto dalle differenze individuali nella fiducia riposta nelle persone nel proprio governo, negli altri cittadini e, in particolare, nella scienza.
Inoltre, più le persone approvano i principi morali di correttezza e cura, più sono inclini a fidarsi della scienza. Fattori come l’età, il sesso e il livello di istruzione, invece, non influenzano tali risultati.
La ricerca si è incentrata sulle intenzioni di comportamento riferite dagli intervistati e non sui comportamenti reali, ma offre spunti di riflessione.
Per incoraggiare comportamenti che limitano la diffusione di Covid-19 la comunicazione dovrebbe essere sempre più focalizzata sul diffondere fiducia nella scienza.
I risultati dello studio
«I risultati del nostro studio sembrano suggerire che la pubblicizzazione delle statistiche in termini di infezioni e decessi non sia l’antecedente più rilevante delle reazioni individuali. Le differenze psicologiche in termini di fiducia verso i governi, le altre persone e la scienza forniscono un quadro più informativo delle risposte dei cittadini al Covid-19. In particolare la nostra ricerca suggerisce che la fiducia nella scienza sia un fattore cruciale nel favorire comportamenti volti a contrastare la diffusione della pandemia. La sfida è comprendere la relazione tra fattori sociali e sfiducia nella scienza e negli scienziati. L’obiettivo – concludono – è individuare alcune strategie di intervento efficaci per superare questi ostacoli psicologici, promuovere la fiducia nella scienza e ridurre le credenze anti-scientifiche».