Giardino dei Tarocchi
Giardino dei Tarocchi

Il ‘Giardino dei Tarocchi’ sbarca al MoMa  

Il capolavoro “Giardino dei Tarocchi” della poliedrica artista  Niki de Saint Phalle arriva oltreoceano, in uno dei musei più importanti al mondo

Ci sono voluti 17 anni per realizzare, pezzo su pezzo, il suo capolavoro, il ‘Giardino dei Tarocchi’ in Toscana, e altrettanti dalla sua scomparsa per ottenere la definitiva consacrazione artistica sul palco internazionale. La sua produzione artistica è ora al centro di una retrospettiva al Moma di New York dal titolo ‘Niki de Saint Phalle: Structures of Life’.

Una riscoperta dell’eredità artistica che passa attraverso lo studio della sua opera principe a Capalbio, nel cuore della Maremma Grossetana. Per più di un ventennio de Saint Phalle ha lavorato e vissuto. Un parco nel verde di oltre due ettari con 22 strutture ispirate alle carte dei Tarocchi di Marsiglia, alte fino a 15 metri e ricoperte di mosaici, in grado di rivaleggiare con Parc Guell di Gaudì a Barcellona. “Un oasi segreta rimasta di nicchia – spiega Lucia Pesapane, critica d’arte di stanza a Parigi, tra le maggiori conoscitrici dell’artista –. La sua forza è essere popolare ma con messaggi impegnati”. Anche il Comune di Capalbio ha reso omaggio all’artista con una grande esposizione, dal luglio a novembre.

“Nell’arte ci sono sempre andate e ritorni, questo è il suo momento. Siamo orgogliosi di ospitare una delle sue opere più famose e poterle dedicare una grande esposizione”. Commenta Maria Concetta Monaci, presidente della Fondazione Capalbio. 

Un lavoro immenso e costoso, ideato in piena libertà e passione

Nel 1979 all’apice del successo, la cinquantenne Saint Phalle, si trasferisce a Garavicchio dove inizia da zero la costruzione del parco insieme al marito. I lavori, interamente autofinanziati con 10 miliardi di lire, terminano nel 1996. La mostra di Capalbio ripercorre la lunga realizzazione del parco. Un lavoro immenso e costoso, sviluppato in piena libertà e con tanta passione. Basti pensare che ha dormito e mangiato 4 anni dentro la prima struttura costruita, l’Imperatrice, senza porte né riscaldamento”. Il parco, inaugurato nel 1998 è rimasto sempre di nicchia per volere della creatrice che non lo ha mai pubblicizzato. Nel parco non ci sono regole. Si può fare tutto, non ci sono barriere, descrizioni o percorsi. Ognuno può perdersi tra il verde e le rappresentazioni dei Tarocchi, per trovare una sua interpretazione. Il giardino è ricco di colori e curve, disegni e sculture, in grado di riunire tutte le fasi artistiche attraversate da Saint Phalle.

About Veronica Delia Schirru

Sono una studentessa in Beni Culturali nella facoltà degli Studi di Cagliari. Amante dell'Arte e affascinata dalla storia del passato.