Una campagna di affissione dell’ Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti riporterà il tema dell’ interruzione di gravidanza.
Alice Merlo e la sua storia
Da domani lunedì 15 marzo, sui muri della città di Forlì, “Ma stavolta senza raccontare favole, senza Biancaneve e matrigne varie . A parlare è una persona vera, Alice Merlo una giovane donna che nei mesi scorsi ha raccontato la propria esperienza; quella di una interruzione di gravidanza farmacologica, in un post su Facebook denunciando che i «maggiori problemi legati all’ivg sono le dinamiche colpevolizzanti. Inoltre la riprovazione sociale per aver fatto quella scelta, l’imposizione del senso di colpa e del dolore»: si legge in una nota dell’ Uaar.
Le ragioni di questa campagna
E la responsabile nazionale dei circoli territoriali dell’ Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti; spiega le ragioni di questa campagna: «I concetti-chiave attorno a cui ruota questa affissione sono autodeterminazione, libertà e scienza. Per questo abbiamo chiesto ad Alice di esserne il volto: perché il suo sguardo e le parole da lei scelte per raccontare la propria esperienza di aborto medico testimoniano proprio tutto ciò: la capacità di ogni donna di scegliere per se stessa, l’irrinunciabilità di decidere del proprio corpo e della propria vita, l’importanza della ricerca scientifica in materia di salute sessuale e riproduttiva».
Gli obbiettivo dell’associazione
«Con questa campagna vogliamo dire basta ai paternalismi e basta alle stigmatizzazioni», Continua la dirigente Uaar. «Ma sarà anche occasione per ribadire alcuni degli obiettivi della nostra associazione in materia, come l’abolizione dell’obiezione di coscienza nei reparti di ginecologia degli ospedali pubblici (che devono garantire premura e tempestività nei confronti di chi chiede di abortire e che dovrebbero inibire l’accesso agli attivisti ideologicamente orientati) e l’imposizione di sanzioni ai farmacisti che “obiettano”. Speriamo inoltre che sia un modo per decostruire il mito dell’aborto come scelta per forza drammatica e sofferta. E per ribadire l’importanza di una legge (la 194 del 1978) senza la quale ripiomberemmo nel dramma – quello sì, sempre tale – dell’aborto clandestino».
Uaar
«Battaglie che da sempre l’Uaar sostiene anche nella nostra città, e che oggi, di fronte agli attacchi delle destre retrograde e oscurantiste, sono a rischio anche vicino a noi e non solo in Polonia. Come nelle Marche, dove un recente rapporto dei sindacati denuncia una situazione ospedaliera disastrosa dove prevalgono gli obiettori, e dove la regione , contro le linee guida del ministero della salute, vieta la somministrazione della RU486 nei consultori . Per questo è importante si difendano i diritti delle donne, perchè, purtroppo, certe conquiste, come insegna la storia, non si devono mai dare per acquisite»: conclude la nota inviata ai mass media da Vico Zanetti del circolo Uaar di Forlì-Cesena.