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LA RIPRESA ECONOMICA RESTA UN MIRAGGIO

La forte ripresa della pandemia e il rallentamento della campagna vaccinale potrebbero portare ad un calo del Pil del 4,7% su base mensile.

Sembra quasi un film già visto, stesso periodo e stesse restrizioni economiche. Il quadro che emerge dall’ultimo numero della Congiuntura Confcommercio ricalca la situazione  di marzo e aprile dello scorso anno. Vincoli alla mobilità, chiusure degli esercizi commerciali e dei luoghi di scambio sociale. Seppure relativamente meno stringenti e più articolate sul territorio rispetto a quelle di un anno fa. Rischiano di avere effetti ancora più dirompenti sulla ripresa economica.

E’ chiaro che anche il rallentamento della campagna vaccinale con gli accadimenti degli ultimi giorni, mette in discussione anche una previsione di crescita del PIL attorno al 4% per l’anno in corso.

Si ampliano i divari tra settori: gran parte dei servizi di mercato si trovano ormai da un anno nell’impossibilità di operare. Altri settori dell’industria stanno recuperando le perdite registrate nei peggiori momenti dello scorso anno.

Dunque secondo i dati a febbraio c’è un un andamento negativo su base annua con una flessione del 12,2%.

La ripresa economica rischia dunque un brusco stop nel mese di marzo per il quale si stima una riduzione del PIL del 4,7% su base mensile. Su base annua, il confronto con il mese iniziale della crisi porta a una crescita del 7,3%.

PIL MENSILE

Nonostante il permanere di una situazione ancora molto difficile, la produzione industriale di gennaio ha fatto registrare un leggero incremento mensile dell’1%. Al netto dei fattori stagionali, con una flessione del 2,9% su base annua. Il “sentiment” delle imprese del commercio al dettaglio ha registrato, nel mese di febbraio, una crescita del 6,2% congiunturale. Mentre una riduzione tendenziale dell’11,8%. Le nuove strette determinano, per il mese in corso, una stima del PIL  del -4,7% su base mensile. Ciò nonostante su base annua si osserverebbe una crescita del 7,3% rispetto allo stesso mese del 2020 . Questa determinata dal confronto con un mese in cui l’attività produttiva fu bruscamente interrotta. Nel complesso del primo trimestre del 2021 si stima una flessione dell’1,5% congiunturale e una riduzione di 2,6 punti percentuali.

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)

Anche i risultati di febbraio 2021 dell’Indicatore dei Consumi Confcommerciovengono pubblicati solo in forma grezza e in termini tendenziali.  L’indicatore dei consumi registra, nel confronto annuo, un calo del 12,2% . Sintesi di una riduzione del 28,2% per i servizi e del 5,8% per i beni. L’allentamento di alcune restrizioni, su gran parte del territorio, ha permesso una ripresa in termini congiunturali dei consumi. Favorendo il contenimento delle perdite su base annua rispetto alla pesante caduta registrata a gennaio.

LE DINAMICHE TENDENZIALI

Anche a febbraio gli andamenti settoriali evidenziano un quadro particolarmente articolato, in linea con le limitazioni imposte dalla pandemia che hanno toccato in misura differenziata i settori. Solo per i prodotti ed i servizi di comunicazione e per l’elettronica di consumo i consumi si confermano in territorio positivo. In ripresa è risultata, sulla spinta delle nuove incentivazioni, la domanda di autovetture da parte dei privati. Per la prima volta dopo molti mesi il settore dell’alimentazione mostra qualche elemento di difficoltà, situazione determinata anche dal confronto con un periodo in cui l’affacciarsi della crisi sanitaria aveva portato a un forte aumento delle scorte da parte delle famiglie. La filiera turistica, la mobilità ed i settori legati alla fruizione del tempo libero continuano ad essere i più penalizzati. Il protrarsi di riduzioni prossime o superiori al 50% da un anno rende sempre più difficile immaginare un’uscita dalla crisi, peraltro non immediata, che non implichi pesanti ripercussioni su questi settori con effetti che potrebbero durare più a lungo della crisi sanitaria. In forte difficoltà continuano a trovarsi l’abbigliamento e le calzature (-24,5% nel confronto con febbraio 2020) e la domanda di carburanti (-21,2%) segmento che risente pienamente delle limitazioni alla mobilità.

PREZZI AL CONSUMO: LE TENDENZE A BREVE TERMINE

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di marzo 2021 un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,7% su base annua. Su questa moderata ripresa dell’inflazione continuano a pesare gli aumenti registrati dai prodotti energetici, in seguito alla ripresa dei corsi delle materie prime petrolifere.

About Paola Usai

Studio Beni Culturali all'Università di Cagliari. Sono sarda, ma attualmente vivo a Bolzano dove lavoro come au pair.

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