Tra i molti effetti negativi determinati dalla pandemia da coronavirus, dobbiamo necessariamente considerare le ripercussioni psicologiche e la conseguente depressione
Sono aumentate in misura considerevole le manifestazioni di disturbi d’ansia e lo sviluppo di veri e propri stati depressivi causati dalla pandemia del Covid-19. La depressione è una chiara conseguenza della situazione di emergenza sanitaria.
La crescita dei disturbi psichici è un aspetto che non può essere sottovalutato è un aspetto che non può essere sottovalutato e che suscita forti preoccupazioni. Particolarmente dannoso per le categorie sociali a rischio di esclusione. La causa della depressione non è solo da ricercare nella compromissione dei rapporti sociali, ma anche nella situazione di instabilità economica.Si tratta di una vera e propria minaccia, pericolosa come il contagio ma più silenziosa.
Sconfiggere la depressione e migliorare il benessere psicologico.
Il primo consiglio è quello di cercare di mantenere il più possibile la connessione con con le altre persone, pur rispettando le misure restrittive previste dalle norme. È fondamentale conservare la propria socialità. Le relazioni hanno un effetto positivo sulla nostra dimensione affettiva e contrastano la depressione.
In una situazione come quella attuale è importante provare a vedere il bicchiere mezzo pieno. Tutto è legato all’approccio che si ha nei confronti della vita quotidiana e al modo in cui si la realtà. La qualità dei pensieri ne risulta condizionata e può aiutare a contrastare e gestire gli stati d’ansia e depressivi.
L’importanza di una dieta corretta
Un piano alimentare corretto ed equilibrato è fondamentale per la nostra salute. In diversi alimenti sono presenti sostanze che aiutano a regolare lo stress e soprattutto favoriscono la crescita dei livelli di seroktonina. Tra questi ci sono il pesce con un alto contenuto di omega 3, le uova e la cioccolata. Per rilassare sia il corpo che la mente è utile consumare decotti e tisane.
Questa situazione di emergenza sanitaria è fonte di grande stress e ha ripercussioni importanti anche sul mondo del lavoro. Bisogna tenere conto dei segnali di disagio e non trascurarli. La necessità di assistenza psicologica in questi casi è fondamentale.
Il covid ha fatto emergere una situazione che esisteva già
Purtroppo nelle aziende sanitarie pubbliche i servizi di psicologia non sono adeguati alle necessità, proprio a causa della carenza di personale. Allo stato attuale, è indispensabile tenere conto della salute mentale dei cittadini.
Dal lockdown dello scorso anno la situazione è peggiorata, occorre investire maggiori risorse per assumere nuovi psicologi. Un appello è stato lanciato anche dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi e da numerose società scientifiche del settore psicologico. È stata avanzata anche l’ipotesi di lanciare di voucher psicologici, di pacchetti di colloqui a disposizione delle persone e delle famiglie che sono entrate in contatto con il Covid. Una soluzione simile era già stata suggerita questa estate dalla task force di Vittorio Colao.
Le risorse pubbliche a disposizione per la cura della salute psicologica degli italiani non sono state aumentate da quando la pandemia è entrata a far parte delle nostre vite. Eppure, attraverso il numero verde di sostegno psicologico che è stato avviato con la collaborazione gratuita degli psicologi dalla Protezione Civile e dal Ministero della Salute ci si è potuti rendere conto di come da parte degli italiani vi sia una richiesta di aiuto molto forte. Basti pensare che solo tra la fine di aprile e la fine di giugno ci sono state 60mila richieste di aiuto, e in un caso su tre c’è stato bisogno di un approfondimento articolato in più colloqui.
Utilità di questo servizio
Le ragioni più comuni avevano a che fare con stati depressivi e di ansia manifestatisi durante il periodo del lockdown, ma anche con condizioni di perdita e relativa elaborazione del lutto.Nel nostro Paese in questo momento si è costretti a fare i conti con liste di attesa che non è esagerato definire proibitive. Può essere necessario attendere fino a sei mesi solo per il primo colloquio, e se si tratta di un minore di 18 anni perfino nove mesi. Chi ne ha la possibilità si rifugia nel privato, con terapie a pagamento. Chi non se lo può permettere fa a meno del sostegno psicologico, con il rischio di cronicizzare la sua problematica e la relativa sintomatologia.
I malesseri scatenati dalla pandemia
In molti casi i disagi erano già presenti in modo latente e la situazione sanitaria ha contribuito a farli emergere. Si spazia dai comportamenti autolesionistici all’aumento della conflittualità. Numerosi i tentativi di suicidio e i casi di depressione dovuti alla perdita del lavoro improvvisa. La tristezza, la paura per il futuro e l’ansia per ciò che potrebbe accadere finiscono per esasperare le ossessioni. Si è registrato anche un incremento dei disturbi di personalità e dei disordini alimentari. E i bambini non sono esenti da tali conseguenze: l’isolamento che hanno vissuto è stato considerato, a volte, come un rifiuto da parte della scuola. Una sensazione di abbandono è stata sperimentata anche dai ragazzi più grandi, intenzionati a integrarsi con i propri coetanei.