“Nella vicina Spagna il Senato ha approvato in via definitiva la legge sull’eutanasia mentre in Italia i malati terminali che ne fanno richiesta non possono ancora esercitare legalmente il loro diritto di scelta e autodeterminazione sul fine vita. Eppure una proposta di legge è pronta”, lo affermano in una nota Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani.
“Giace presso la Camera dei deputati un progetto di legge di iniziativa popolare nato soprattutto grazie all’Associazione Luca Coscioni e a Radicali Italiani e sottoscritto da decine di migliaia di cittadini italiani; e chiede di legalizzare l’eutanasia come peraltro è stato richiesto per ben due volte dalla Corte costituzionale. Il diritto dei malati non può essere lasciato solo alle pur coraggiose iniziative di disobbedienza civile di Marco Cappato e Mina Welby; ma il Parlamento deve ora prendersi la responsabilità di discutere la legge per dare ridare voce e dignità a chi soffre; e colmare quel vuoto di tutele che riguarda proprio i cittadini più fragili”, concludono.
Si comprendono nel termine “eutanasia” gli interventi medici che prevedono la somministrazione diretta di un farmaco letale al paziente che ne fa richiesta; e soddisfa determinati requisiti. Al momento l’eutanasia è illegale in Italia.
Grazie alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, in Italia è invece possibile richiedere il suicidio medicalmente assistito; ossia l’aiuto indiretto a morire da parte di un medico. Le condizioni richieste sono quattro: la persona che ne fa richiesta deve essere pienamente capace di intendere e volere, deve avere una patologia irreversibile portatrice di gravi sofferenze fisiche o psichiche, e deve sopravvivere grazie a trattamenti di sostegno vitale.