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Più biometano, meno FV su aree agricole

L’incentivazione per la produzione di biogas e biometano come biocarburante offre significative opportunità per il territorio e l’ambiente. Consentendo di realizzare uno dei più virtuosi modelli di economia circolare. Le istruzioni per entrare in questo business “step by step”

Quali opportunità per il territorio, l’ambiente e l’agricoltura offre il nuovo quadro di incentivi alla produzione di biometano? Quali sono i modelli di agricoltura o le filiere più adatti affinché questa partecipi al passaggio virtuoso all’economia circolare?
Se ne è parlato nel convegno Biometano step by step, organizzato a San Piero a Grado dalla Scuola Superiore Sant’Anna; Biosai srl, il Centro di ricerca interuniversitario sulle biomasse da energia (Cribe) e il Centro Enrico Avanzi dell’Università di Pisa.

La svolta legislativa

La produzione di biogas, ottenuto dalla digestione anaerobica di biomasse di diversa natura (dagli scarti vegetali o zootecnici; ai sottoprodotti dell’industria alimentare, fino alle colture dedicate per uso energetico, ai rifiuti organici urbani o Forsu e ai fanghi) si trova di fronte a una svolta da valutare attentamente.

Il Dm 2 marzo 2018 (leggi qui) infatti prevede per i produttori di biogas o per soggetti imprenditoriali che entreranno nel settore, nuove interessati opportunità di incentivazione per il biometano; che sarà destinato a essere utilizzato come biocarburante.

Nell’ambito degli incentivi una maggiore valorizzazione è prevista per il cosiddetto biometano avanzato; ottenuto garantendo l’origine delle biomasse da scarti di produzione, residui agricoli e colture dedicate limitate a quelle specificate nella parte A dell’allegato 3 del Decreto del ministero dello Sviluppo economico 10 ottobre 2014.

L’Italia è pronta

Un modello di “biogasfattobene” certificato ha spiegato Lorenzo Maggioni del Consorzio italiano biogas che non compete con le colture destinate al food e per il quale l’Italia è pronta e dispone di tutte le infrastrutture necessarie, con 700 impianti di digestione agricoli sui 1.700 totali, una rete di distribuzione molto estesa, il primato europeo di più di un milione di veicoli alimentati a Cng e di distributori (attualmente sono circa mille soprattutto nelle regioni del Centro Nord) e un interesse crescente per il gas naturale e il biometano liquefatti per gli automezzi pesanti.

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