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Myanmar: scomparso un giornalista birmano della Bbc

Un giornalista birmano della Bbc è “scomparso” dopo essere stato portato via questa mattina presto da uomini non identificati, ha reso noto la stessa Bbc, esprimendo “profonda preoccupazione” per la sua sicurezza nel Myanmar.

Preoccupazione del Network

“Siamo estremamente preoccupati per il nostro reporter birmano della Bbc News, Aung Thura, che è stato portato via da uomini non identificati nella capitale birmana”; ha affermato il press team della Bbc sul suo account Twitter. “BBC prende con estrema serietà la sicurezza di tutto il suo staff in Birmania e sta facendo tutto il possibile per ritrovare Aung Thura”, si legge ancora nel post di Bbc News Press Team. Nel testo si fa poi appello alle autorità birmane “ad aiutare a localizzarlo e a confermare che è al sicuro. Aung Thura è un giornalista della BBC accreditato, con un’esperienza di molti anni nella copertura degli eventi a Nay Pyi Taw”.

Quando nel 2011 l’esercito ha messo fine a quasi cinquant’anni di regime militare, aprendo la strada a un governo civile, in molti si erano mostrati scettici sulla sua volontà di cedere davvero il potere. L’esercito aveva inizialmente cercato di escludere dal governo la più importante attivista per la democrazia, Aung San Suu Ky; consegnando la guida del governo a un partito di fedelissimi dell’esercito. Quando ha permesso alla Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi di formare un esecutivo dopo la vittoria elettorale nel 2016, ha comunque mantenuto un potere considerevole. Ma non, evidentemente, quanto avrebbe voluto. 

All’alba del 1 febbraio l’esercito ha rovesciato il governo eletto, arrestando Suu Kyi. L’esercito ha dichiarato lo stato d’emergenza per un anno, consegnando il potere al capo delle forze armate, Min Aung Hlaing. I soldati, schierati nelle strade della capitale, Naypyidaw, e della città principale, Rangoon, hanno creato dei posti di blocco sulle arterie principali. Un decennio dopo aver ceduto volontariamente il controllo del paese, i generali se lo sono ripreso con la forza.

All’alba del 1 febbraio l’esercito del Myanmar ha rovesciato il governo eletto, arrestando Suu Kyi, capo della Lega nazionale per la democrazia

Non è la prima volta. Nel corso del ventesimo secolo l’esercito, chiamato Tatmadaw, ha tolto il potere a governi democraticamente eletti due volte, reprimendo spietatamente i movimenti filodemocratici del Myanmar. È abituato a comandare. Quando avevano ceduto il potere nel 2011, i militari avevano concepito una peculiare e ibrida “democrazia fondata sulla disciplina”; mentre la costituzione che hanno scritto e fatto approvare proteggeva gran parte dei poteri dell’esercito. Il Tatmadaw ha continuato a essere al di sopra della legge, e i suoi rapporti con l’amministrazione di Suu Kyi sono rimasti fragili, nonostante la leader dell’Nld sia corsa in soccorso dei generali alla Corte di giustizia dell’Aja alla fine del 2019, quando l’esercito era stato chiamato a rispondere dell’accusa di genocidio contro i rohingya, la minoranza musulmana perseguitata nello stato birmano del Rakhine.

Maggiori informazioni, e il link per seguire i lavori, sono disponibili sul sito dell’Ateneo www.unica.it

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