Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani vuole ricordare la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale.
La giornata contro la discriminazione razziale fu istituita il 26 ottobre 1966 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in ricordo di quanto avvenne il 21 marzo 1960. Parliamo del giorno in cui la polizia di Sharpeville (Sudafrica) uccise 69 persone durante una manifestazione pacifica contro l’apartheid.
Cos’è la discriminazione razziale?
Il principio di uguaglianza e di non discriminazione è sancito dall’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e sono dotati di ragione e di coscienza. Per questo essi devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Successivamente il concetto di “discriminazione razziale” è stato precisato dalla Convenzione Internazionale sull’eliminazione di ogni forma di razzismo (1965). Infatti nell’art. 1 viene chiarito che l’espressione sta ad indicare “Ogni distinzione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l’ascendenza o l’origine nazionale o etnica. Distinzione che ha lo scopo o l’effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, in condizioni di parità, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale e culturale o in ogni altro settore della vita pubblica”.
Il razzismo al tempo del Covid
Al riguardo si vuole ricordare l’ultimo gravissimo episodio di razzismo risalente allo scorso 25 maggio. Parliamo del giorno in cui George Floyd venne ucciso da alcuni agenti della polizia di Minneapolis. Durante l’arresto un agente, per immobilizzarlo, gli ha premuto un ginocchio sul collo impedendogli di respirare per più di 8 minuti per poi ucciderlo per poi soffocarlo. A seguito di questo omicidio tante persone si sono riversate per le strade per protestare contro il razzismo e l’abuso di potere. Lo slogan è #BlackLivesMatter. Recentemente hanno dichiarato che la città di Minneapolis pagherà 27 milioni di dollari di danni e interessi alla famiglia di George Floyd.
Razzismo ed intolleranza ancora oggi sono alla base degli episodi più tragici nella storia dell’umanità. Infatti il pregiudizio razziale contribuisce a sviluppare crimini d’odio in nome di una razza o di un modello religioso. Per questo ancora oggi rappresenta il maggior ostacolo nel progresso verso una coesione sociale. Per alcuni aspetti anche la pandemia da Covid ha un forte impatto sulle vite e i diritti delle persone più povere ed emarginate. Parliamo soprattutto di quei Paesi in cui le minoranze etniche hanno un minor accesso alle cure mediche. Infatti è in questa parte della popolazione mondiale che il COVID-19 ha mietuto più vittime.
I giovani in lotta contro il razzismo
Ricordiamo anche nel nostro Paese gli episodi di razzismo ai danni della comunità cinese. All’inizio della pandemia, infatti, alcune famiglie si rifiutarono di mandare i propri figli nelle scuole frequentate da alunni cinesi. Quest’anno il tema della giornata proposto dall’ONU si è rivolto ai giovani. “I giovani in lotta contro il razzismo” è il nome della giornata che si pone l’obiettivo di promuovere l’educazione ad una cultura di tolleranza e antirazzismo sin dalla giovane età.
Anche nel mondo della scuola pre-covid gli episodi di discriminazione, intolleranza e emarginazione sono frequenti. Per questo il CNDDU vuole proporre una settimana di approfondimenti e riflessioni sulla discriminazione razziale tra i giovani. Lo scopo è quello di approfondire la tematica in maniera interdisciplinare, mediante quindi la visione di prodotti audiovisivi e collegamenti a distanza (cioè con interlocutori delle varie comunità presenti nelle proprie città). Ma soprattutto sarà fondamentale un maggior coinvolgimento degli alunni stranieri al dibattito sull’integrazione. Al termine di questo periodo, che va da sabato 20 a sabato 27 marzo, si propone di realizzare un carosello sul sito web della scuola dove i ragazzi dovranno esporre alcuni pensieri a favore dell’integrazione razziale, della tolleranza e del rispetto reciproco.
In tale occasione l’ONU propone l’hashtag #FightRacism.