Attraverso la lettura di romanzi rilevazione ed analisi degli stereotipi maschili e femminili e delle sue possibili inversioni. Differenti forme di rappresentazione di mascolinità e femminilità.
Le storie in cui gli stereotipi sono incentrati sulle figura femminile, che deve seguire determinati schemi, sono “La bussola d’oro” di Philip Pullman e “L’albero delle bugie” di Frances Hardinge. In entrambe la società riconosce privilegi esclusivamente agli uomini e l’unica donna che li possiede è l’antagonista della storia.
Si conferma l’idealizzazione della figura femminile: bella, rispettosa, sottomessa, giovane e affascinante. In particolare ne “La bussola d’oro” questo stereotipo è molto presente nella figura della strega. Ne “L’albero delle bugie” la donna non ha diritti e non ha accesso allo studio, risultando dipendente dall’uomo. Aggiungiamo come ne “L’albero delle bugie” la protagonista riesce ad uscire dalla concezione che la società in cui si trova ha della donna.
Ne “La ragazza dei lupi” di Katherine Rundell nel tentativo di liberare la protagonista dai classici stereotipi questi vengono invertiti. In “Hotel grande A” di Sjoerd Kuyper l’uomo che ha in mano la situazione. Infatti quando il padre ha bisogno di aiuto chiama il figlio, nonostante questi abbia 2 sorelle maggiori. In “La canzone di Orfeo” di David Almond è l’uomo che deve andare a salvare la donna amata. Ma quando commette un passo falso viene visto come debole e tutti gli attributi che lo rendevano affascinante e interessante vengono lette in chiave negativa. Automaticamente questo è traslato nel mondo omosessuale e usato come insulto.
La storia di quello straordinario musicista che con il suo canto riesce persino a commuovere il Ade, dio degli inferi, e a convincerlo a restituirgli l’amata Euridice morta precocemente? Sì proprio quello che nel momento in cui stava per varcare la soglia che divide i morti dai vivi si volta a guardare Euridice, infrange il patto di non voltarsi fino alla fine e la vede sparire per sempre?