Paziente covid-19
Paziente covid-19

Covid 19: il rischio dell’assunzione prematura del cortisone .

I pazienti con Covid-19 severo sono anche giovani che iniziano terapie con cortisone.

Come trattare il covid a casa è diventato un argomento controverso, specialmente dopo il caso di Bologna.  Gli infettivologi dell’ospedale Sant’Orsola hanno denunciato: “stanno arrivando pazienti anche giovani, con Covid-19 severo. Ragazzi che hanno come unico fattore di rischio il fatto di avere iniziato terapia con cortisone prematuramente”. Il ministero della Salute e l’Agenzia italiana del farmaco hanno diffuso le linee guida nel dicembre scorso. Le fondamenta si basano sulla vigile attesa e trattamenti sintomatici: (febbre) con paracetamolo o Fans (anti-infiammatori non steroidei). Niente vitamine e niente aerosol. Non vanno utilizzati nemmeno gli antibiotici (solo dopo 72 ore).

Il virologo Roberto Burioni: “Sono importanti i vaccini, ma è altrettanto importante non somministrare ai pazienti terapie pericolose. Nelle fasi iniziali di Covid-19 il cortisone è controidicato“. Gli infettivologi dell’ospedale Sant’Orsola hanno chiesto ai medici di base di bloccare le cure a base di cortisone. Tali cure vengono prescritte troppo presto a pazienti con il Covid, assistiti a casa. Alla loro lettera la Fimmg ha replicato duramente, parlando di un “messaggio diffamatorio e arrogante”.

Accanto a queste linee guida di ministero e Aifa, ci sono anche altre raccomandazioni. Quelle redatte da ricercatori di Istituti di ricerca farmacologica affermano: “Si deve iniziare il trattamento farmacologico subito, nelle prime ore, alla comparsa dei sintomi (perdita del gusto e dell’olfatto e febbre). Si deve bloccare l’infiammazione con farmaci antinfiammatori come Nimesulide e il Celecoxib. Questo nel caso in cui i sintomi siano lievi, ma “se c’è febbre si può somministrare aspirina che ha un effetto antinfiammatorio e anti-trombotico.

Il paracetamolo ha avuto buoni risultati in caso di febbre alta

In Francia, la situazione è simile all’Italia. Se hai sintomi (tosse, febbre, mal di testa) a casa, va preso il paracetamolo. Anche in Germania “per i pazienti non ospedalizzati, l’approccio farmacologico è orientato alla cura dei sintomi. Il paracetamolo ha avuto buoni risultati per evitare la febbre alta. Se la febbre persiste è consigliato l’ibuprofene, sotto la supervisione del medico curante. In casi specifici, si somministra eparina a basso peso molecolare per ridurre il rischio di trombo/embolie. Se, nonostante i farmaci analgesici ed antinfiammatori, i sintomi peggiorano, si consiglia di consultare il medico. L’ossigenoterapia a domicilio si effettua in casi molto rari.

IL cortisone in Italia si può prescrivere a casa a differenza della Germania

Una differenza tra l’approccio italiano e quello tedesco è sulla somministrazione del cortisone. In Italia i medici possono prescriverlo a casa. In Germania non è prescritto a casa, ed anche in ospedale viene somministrato a casi selezionati. Va veramente considerato caso per caso, ci spiega Perna. L’utilizzo dei corticosteroidi nei decorsi leggeri o una sua somministrazione prematura porterebbe ad un un aumento della letalità. In Italia, l’Aifa ha previsto l’uso dei corticosteroidi in quei pazienti il cui quadro clinico non migliora entro le 72 ore. Molti medici lo prescrivono, da subito, prima che il paziente abbia difficoltà a respirare.

About Veronica Delia Schirru

Sono una studentessa in Beni Culturali nella facoltà degli Studi di Cagliari. Amante dell'Arte e affascinata dalla storia del passato.

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