Attraverso la letteratura e il cinema racconteremo la storia di alcune persone che, come tante altre, combattono per i loro diritti. Cercheremo di capire come l’odio e l’intolleranza sono presenti nella nostra società e quanto caratterizzano il nostro modo di pensare e di comportarci.
Tutte le persone dovrebbero avere il diritto di essere sostenuti dalla propria famiglia, ma sfortunatamente non è sempre così. Molte persone lgbt vengono etichettate come sbagliate solamente perché non i canoni di normalità imposti dalla società. Ma cosa è la “normalità”? Perché una persona ha più diritti di altre? Se da una parte ci sono persone che lottano per il diritto ad avere una famiglia, ci possono essere situazioni in cui la famiglia diventa un ostacolo per essere sé stessi. Nonostante le volontà di essere accettati, molto spesso sono costretti ad arrendersi al dover rinnegare la propria identità per accontentare la visione della società.
Oh, boy!
Quante difficoltà deve affrontare una persona gay per avere una famiglia? Nel primo libro di Marie Aude Murail, intitolato “Oh, boy!” e pubblicato da Giunti editori, attraverso la storia di tre fratelli si racconta come una persona gay possa essere un bravo genitore quanto una persona etero, dal punto di vista dei ragazzi. Questo argomento attualmente è fonte di forti dibattiti: da un lato una mentalità più chiusa, legata ai valori tradizionali che caratterizzano la tematica “famiglia”; dall’altra una mentalità aperta e progressista, che stravolge gli schemi conservatori.
Mio fratello si chiama Jessica
Un’altra storia che abbiamo analizzato è tratta dal libro “Mio fratello si chiama Jessica” del celebre John Boyne e pubblicato dalla casa editrice RIZZOLI. Il racconto narra della vita di una ragazza nata nel corpo sbagliato. Dovrà affrontare numerose avversità prima di riuscire ad essere accettata dalla sua famiglia, la quale vede la condizione della ragazza come una malattia e non come un qualcosa di normale. La maggior parte di questi problemi è data dal pensiero comune che, sotto questi argomenti, è arretrato e anti-progressista. Ciò porta la ragazza ad una lotta continua con il mondo che la circonda. Purtroppo questa realtà è più comune di quanto si possa immaginare; infatti, a causa della poca informazione e, soprattutto, di un’educazione non all’altezza, numerose persone si trovano ogni giorno in situazioni di difficoltà come quella descritta nel libro.
Una storia di famiglia: sotto il burqa
A differenza della storia precedente, la seguente parla di una ragazza costretta a rinunciare alla sua femminilità, per sperare di sopravvivere. Sotto il regime Talebano, la vita di tutti i giorni di tutte le donne, è radicalmente cambiata: secondo il volere del regime una donna non può lavorare, spostarsi o compiere qualsiasi azione che per noi sembra scontata, senza l’accompagnamento o la supervisione di un “tutore” maschile. Nel libro si racconta la storia di Parvana, la quale essendo ancora molto giovane, finge di essere un ragazzo per svolgere il ruolo di “uomo di casa” e far sopravvivere la sua famiglia, ormai quasi tutta al femminile. Questa realtà non è purtroppo immaginaria e non si limita solo al regime che abbiamo appena citato.
The Help & Il diritto di opporsi
The help: Mississippi 1963; una giornalista bianca aiuta a far testimoniare delle donne nere badanti in delle famiglie ricche di persone bianche. Inizialmente le donne non volevano testimoniare per paura di essere poi maltrattate o ulteriormente denigrate. Nel film si vede proprio quanto le donne nere vengano discriminate solo perché tali, vengono trattate come delle macchine che non posso permettersi di sbagliare o di parlare con i familiari perché considerate “contagiose”, come se avessero delle malattie.
Il diritto di opporsi: Alabama 1989; un giornalista di ufficio deve riuscire a togliere dal braccio della morte degli uomini neri arrestati ingiustamente, forse perché stavano guidando troppo tardi la notte, e quindi essere automaticamente condannati solamente perché rispecchiano il criminale standard.